Conti correnti: tassa da 755 milioni per finanziare il bonus Renzi da 80 euro

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Una tassa da 755 milioni di euro si abbatterà su conti correnti, conti di deposito, libretti postali e certificati di deposito: serve a finanziare i bonus da 80 euro che il decreto Irpef varato dal governo Renzi distribuirà da maggio ai lavoratori dipendenti con reddito annuale da 8 a 24 mila euro lordi.

Per trovare i fondi il decreto Irpef ha aumentato dal 20% al 26% la tassazione sulle rendite finanziarie. Aumento dal quale il governo stima di incassare 3,037 miliardi di euro nel 2014.

Così, a pagare più tasse sulle proprie rendite finanziarie saranno famiglie e imprese.

Nello specifico:

  • 1.241 milioni di euro arriveranno da imposta sostitutiva e ritenute su interessi obbligazioni e titoli similari;
  • 206 milioni di euro dalle ritenute su interessi e redditi di capitale di fonte estera e quote oicvm di diritto estero;
  • 163 milioni dalle ritenute sulle cambiali e altri redditi da capitale;
  • 144 milioni dalle ritenute sugli utili distribuiti dalle persone giuridiche;
  • 255 milioni dall’imposta sostitutiva sul risparmio gestito (sul risultato maturato dalle gestioni individuali);
  • 220 milioni dall’imposta sostitutiva sul risparmio amministrato;
  • 52 milioni dall’imposta sostitutiva sui prodotti assicurativi;
  • 755 milioni dalle ritenute sugli interessi su depositi, conti correnti, libretti postali e certificati di deposito;
  • 1 milione dalle ritenute sui proventi dei titoli e dei certificati atipici.

 

  • –“Dall’incrocio tra il testo definitivo del dl e la relazione tecnica si delineano meglio i contorni dell’intera operazione cuneo fiscale. A cominciare dagli effetti attesi dall’incremento del prelievo sugli strumenti finanziari (esclusi i titoli di Stato) che scatterà dal 1° luglio 2014. Per quest’anno l’impatto sarà contenuto in 720 milioni necessari a coprire la riduzione delle aliquote Irap con gli acconti di fine novembre. Dal prossimo anno la curva dell’imposizione sulle rendite è destinata a salire. Passando, al netto delle ritenute sulle imposte dirette, dai 2,3 miliardi del 2015 ai 2,9 del 2016 per poi assestarsi ai 2,6 dal 2017 in poi. Dalle tabelle emerge che lo stesso andamento riguarderà il peso sui conti correnti: nel 2014 sarà pari a zero perché i versamenti degli istituti di credito sono commisurati alle ritenute effettuate nell’anno precedente con la vecchia aliquota del 20%; nel 2015 l’impatto salirà a 755 milioni con un saldo 2014 versato a febbraio dalle banche di 378 milioni e un acconto per il 2015 versato a giugno di pari importo; il top verrà raggiunto nel 2016 quando famiglie e imprese si vedranno prelevare oltre 1,1 miliardi”.
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