Corruzione: Svizzera e Vaticano (Ior) ai ferri corti

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Strascichi giuridci dopo un’inchiesta per una presunta vicenda di irregolarità finanziarie e rogatorie tra Roma e Lugano che vede protagonista anche lo IOR, la banca del Vaticano. Al centro della richiesta di assistenza giudiziaria internazionale vi sono in particolare due istituti di credito di Lugano tra cui si trovano alcuni conti aperti dallo IOR e riconducibili ad un alto prelato del Vaticano, monsignor Gaetano Bonicelli.

Conti che si sospetta siano stati utilizzati per il passaggio di fondi di dubbia origine appartenenti ad un imprenditore italiano, Giovanni Morzenti, condannato la scorsa primavera in appello a 4 anni e 9 mesi di reclusione per una storia di mazzette.

Lo scorso giugno i procuratori romani Nello Rossi e Stefano Fava, titolari dell’inchiesta in atto da quattro anni, avevano inoltrato una richiesta rogatoria alle autorità elvetiche per conoscere la sorte dei fondi transitati in Ticino e i movimenti sui citati conti. Come da prassi, dopo aver acquisito i documenti, il procuratore generale John Noseda ha fatto una selezione dando il benestare alla trasmissione di parte di essi. La presidenza dello IOR ha però subito dato mandato ad un legale italiano e a uno ticinese di opporsi alla rogatoria (un ricorso è pendente al Tribunale penale federale).

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