Crescita sostenuta per l’indice Pmi manifatturiero italiano
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Inizia in modo molto positivo il 2018 per la manifattura italiana. L’istituto Ihs Markit, che intervista i responsabili degli acquisti di un campione di imprese rappresentativo, ha rilasciato l’indice manifatturiero per il mese di gennaio. Il valore registrato è stato pari a 59 punti, che rappresenta “la crescita maggiore della produzione da inizio 2011 e uno degli aumenti maggiori dei nuovi ordini degli ultimi 18 anni”. A dicembre l’indice si era attestato a 57,4 punti.

Gli indici creati dal rapporto sono utili indicatori economici che mostrano la principale tendenza delle variazioni in corso. Un indice superiore a 50.0 indica un incremento in quella variabile, mentre un indice inferiore a 50.0 indica un decremento.

In particolare, il sottoindice relativo ai nuovi ordini ha fatto registrare una crescita sostenuta. “Gli aumenti degli ordini dei recenti mesi sono stati principalmente causati dalla forte domanda internazionale di beni italiani di fascia alta, anche se i dati di gennaio sono stati indicativi di un contributo alla crescita da parte del commercio interno. Ciò ha aiutato a stimolare l’acquisizione di nuovi ordini ad uno dei tassi più forti da inizio millennio”, ha affermato Paul Smith, Director di IHS Markit che compila il report Markit PMI™ Settore Manifatturiero in Italia. Segnali positivi sembrerebbero venire anche dal mercato del lavoro: “La pressione sulla capacità ha favorito l’aumento di domanda di personale e, durante il mese, i livelli occupazionali sono cresciuti ad un livello quasi record”.

I dati positivi vanno sicuramente inquadrati in uno scenario internazionale congiunturale particolarmente favorevole. In Germania l’indice manifatturiero si trova da mesi a livelli record e in gennaio, seppur in leggero calo rispetto a dicembre (63,3), ha fatto registrare 61,1 punti. In Francia l’indice ha toccato quota 58,4 punti e in Spagna in leggero calo a 55,2. Tuttavia bisogna sottolineare che il dato italiano risulta essere particolarmente incoraggiante e ben al di là delle aspettative degli stessi analisti, che si attendevano un indice di 57,5.

Il Pmi è un indice anticipatore e in quanto tale non può essere preso per buono in assoluto. Tuttavia, come mostra il grafico, è in grado di stimare l’andamento effettivo della produzione industriale, che in Italia rappresenta il 25% del Prodotto interno lordo. Se le aspettative dovessero essere confermate, ciò rappresenterebbe una spinta importante alla crescita della produzione industriale e quindi del PIL nel primo trimestre.

Per una ripresa sostenuta dell’economia è necessario che alla crescita del settore manifatturiero si accompagni nei prossimi mesi un’altrettanto forte crescita dell’indice dei servizi, che rappresentano la voce più pesante del prodotto nazionale. La ritrovata vivacità del settore manifatturiero, trainato in particolare dagli ordini provenienti dall’estero, segnala tuttavia una positiva ripresa della competitività del nostro tessuto produttivo.

 

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