Unicredit presenta i conti 2024 agli analisti finanziari.
“Siamo stati chiari dal primo giorno – ha proseguito Orcel -, abbiamo fatto un’offerta a un prezzo che per noi è un premio del 15% sul prezzo undisturbed, perché l’operazione con Anima non è completata e dobbiamo vedere se viene completata”. Inoltre c’è stato, spiega, “l’impatto sul prezzo delle speculazioni M&A quando abbiamo fatto l’offerta”.
Orcel nella stessa intervista ha anche precisato il senso dell’acquisto del 4% di Generali. Quello di UniCredit in Generali è “un investimento finanziario” effettuato “nel corso di mesi”, ha detto Orcel, e nella call con gli analisti ha aggiunto che la partecipazione ha ormai superato il 5% includendo la quota per conto dei clienti. Generali “è una buona società italiana, sono nostri partner in molti Paesi nell’Europa centrale e orientale e abbiamo pensato fosse la cosa giusta da fare. Ma voglio assicurare che non abbiamo ambizioni di comprare Generali”, ha concluso.
Orcel ha poi voluto replicare alle indiscrezioni di stampa su una eventuale uscita di Delfin, la finanziaria della famiglia Del Vecchio, dal capitale di Unicredit dove è presente con il 2,7%. “Delfin e Leonardo Del Vecchio sono stati un eccellente azionista di UniCredit per molto tempo nella buona e nella cattiva sorte”, ha detto il banchiere romano. “Rispetto le loro decisioni – ha aggiunto -. Il mio lavoro è far sì che sia la decisione sbagliata se davvero stanno considerando di vendere. Perche’ finora non l’hanno fatto”, ha concluso.
I risultati del 2024 hanno registrato un record per Unicredit, in crescita per sedici trimestri consecutivi. L’utile netto contabile della banca milanese si è attestato a 9,7 miliardi, in crescita del 2,2% rispetto al 2023 e a fronte dei 9,4 miliardi previsti da un consensus tra gli analisti pubblicato sul sito della società. Se si escludono le Dta (cioé le imposte differite su perdite pregresse) l’utile e’ aumentato dell’8% a 9,3 miliardi. I risultati includono 1,3 miliardi di oneri straordinari, relativi a “costi di integrazione (800 milioni) a garanzia della redditività futura e alla copertura completa del caso Rca”. Nel solo quarto trimestre l’utile e’ sceso del 30% annuo a 1,9 miliardi (1,6 la stima del consensus).
Tornando all’intero 2024, i ricavi sono saliti del 4,3% a 24,8 miliardi, con margine di interesse a 14,3 miliardi (+2,5%) e commissioni a 8,1 miliardi (+7,6%). In riduzione dello 0,6% a 9,4 miliardi i costi operativi, per un rapporto cost/income sceso al 37,9%.Quanto alla solidità patrimoniale, il coefficiente Cet 1 è al 15,9%, “invariato rispetto allo scorso anno nonostante gli investimenti strategici e le maggiori distribuzioni, a dimostrazione della continua elevata generazione organica di capitale pari a 12,6 miliardi”.
La distribuzione di capitale ai soci sul 2024 è pari a 9 miliardi, di cui 3,7 di dividendi cash (1,44 miliardi già pagati come acconto e 2,29 miliardi proposti come saldo), per un dividendo per azione totale di 2,4 euro, in rialzo del 33%. La banca sottolinea che nel 2024 ha registrato “risultati e distribuzione record”.
Unicredit nelle slide predisposte per la call con gli analisti sottolinea che le potenziali fusioni e acquisizioni con Banco Bpm e Commerzbank verrebbero effettuate da team locali, con entità legali distinte e senza sovrapposizioni temporali tra le due transazioni. Il piano stand-alone rimane un’ipotesi di base convincente, evidenza la banca nel ribadire che l’M&A è un potenziale acceleratore, solo a condizioni rigorose, in grado di generare un valore sostanziale. Quanto alle due operazioni, secondo Unicredit, Banco Bpm accelera ulteriormente la crescita della qualità in un’area geografica centrale, in segmenti e prodotti mirati. L’investimento in Commerzbank consente di creare valore in Germania e di rientrare in Polonia.
“Il contesto macroeonomico e geopolitico rimane complicato e imprevedibile. Noi siamo in ogni caso estremamente ben posizionati per assorbire una normalizzazione dei tassi di interesse, del costo del rischio e dell’inflazione dei costi”, ha detto Orcel commentando i conti. “La nostra diversificazione, insieme alle iniziative del management, ai costi di integrazione e agli overlays (cuscinetti ndr) già accantonati ci dà un vantaggio significativo. Questo – conclude Orcel – ci permetterà di mantenere una solida redditività e distribuzione”.