Difficile giornata di ieri a Collegno in Te Connectivity
Te Connectivity è un'azienda con diverse sedi in Italia che ha deciso di chiudere entro settembre 2025 il polo produttivo di Collegno.
TE Connectivity

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Te Connectivity è un’azienda con diverse sedi in Italia che ha deciso di chiudere entro settembre 2025 il polo produttivo di Collegno. Rimanendo con un sito fortemente ridimensionato. Rischiano il posto 222 dipendenti su 300. Un nuovo colpo per il territorio, dove già sono a rischio 400 posti di lavoro alla Lear di Grugliasco, che produce sedili per la Maserati.

Te Connectivity produce connettori che alimentano veicoli elettrici, aerei, fabbriche digitali e impianti di ultima generazione per case. A Collegno la specializzazione è in prodotti di elettronica nel settore degli elettrodomestici: «All’incontro svoltosi in Unione Industriale – spiega Marco Barbieri, Fim Cisl –, l’azienda ha confermato le voci sulla chiusura. Il gruppo avrebbe deciso nell’assemblea del 15 novembre lo stop del sito di Collegno alla fine dell’estate 2025. La motivazione? Un calo della domanda nel settore che interessa lo stabilimento. Le produzioni di connettori di quella fetta di mercato, che qui rappresentano il grosso della produzione, saranno spostate negli Stati Uniti e in Cina». In sostanza, dove può costare di meno. «Riteniamo la decisione aziendale inaccettabile e incoerente con quanto finora condiviso ai tavoli sindacali ovvero il mantenimento della produzione, dell’occupazione e degli investimenti – continua Barbieri –. Domani (oggi, ndr) proclameremo otto ore di sciopero con presidio davanti allo stabilimento per tutti i turni. Davanti ai cancelli verrà organizzata un’assemblea. Abbiamo già attivato i canali per richiedere una celere apertura dei tavoli istituzionali competenti».

La fotografia sindacale ripropone purtroppo un triste replay di situazioni che Torino e provincia hanno già vissuto tante, troppe volte. La giornata di ieri in azienda è stata molto tesa. Il personale direttivo dello stabilimento avrebbe anche portato dei vigilantes durante le assemblee organizzate per comunicare la notizia. «Sembravano scortati» dice qualcuno. Ma davvero i lavoratori non hanno potuto fare alcuna domanda? «A quanto ne sappiamo – aggiunge Barbieri –, per chi ha assistito all’incontro sul primo turno è andata così. Nel secondo avrebbero concesso tre domande. Dopo il confronto sono usciti tutti, amareggiati». La situazione è molto grave. Ci sono decine di famiglie che vivono grazie a quello stipendio. Per il momento i lavoratori aspettano a fare dichiarazioni a ruota libera: esiste un accordo di riservatezza firmato tra loro e l’azienda. Non vorrebbero aggravare ancora di più la loro situazione. Ma oggi saranno in massa davanti ai cancelli per cominciare una battaglia che si preannuncia molto difficile. Te Connectivity, dal canto suo, ha fatto sapere di voler lavorare con i sindacati per trovare le migliori soluzioni per i dipendenti coinvolti e continuerà a essere presente in Italia con le sedi di San Salvo (Chieti), Assago (Milano) e Frascati (Roma).

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