I nuovi rapporti di forza fra Paesi sviluppati ed economie emergenti, e in particolare le prevedibili conseguenze della fase di uscita degli Usa dal quantitative easing, il programma di acquisti di asset da parte della Federal Reserve, sono al centro delle analisi del Fondo Monetario Internazionale a Washington, alla vigilia dell’assemblea annuale di Fmi e Banca Mondiale prevista per questa settimana.
Secondo Vinals, sono cinque le principali sfide di questa fase di transizione globale. La prima riguarda gli Usa e il passaggio verso una «normalizzazione monetaria», che potrà riuscire nella misura in cui verrà fatta una «chiara comunicazione delle scelte monetarie» per diminuire i rischi di volatilità e verrà aumentato il monitoraggio delle attività parabancarie, per esempio nel settore dei mutui immobiliari. Nei mercati emergenti, invece, è importante che a fronte di grossi flussi di capitali i Paesi affrontino le loro vulnerabilità interne e mantengano mercati valutari aperti, offrendo eventualmente liquidità. In Eurolandia sono stati fatti molti progressi, «ma il credito resta ancora frenato dalla frammentazione del sistema bancario e dalla peso del debito esistente» a livello corporate, che va analizzato e affrontato in modo comprensivo, anche se potrà pesare sul sistema finanziario. In Giappone, la sfida dell’Abenomics è quella di una piena applicazione del programma di riforme. L’ultima transizione in corso, su scala globale, è quella per migliorare la sicurezza del sistema finanziario attraverso verso una forte e coordinata agenda della regolamentazione. E su quel fronte, compreso il completamento delle discussioni su Basilea 3, «resta ancora molto da fare».