A meno di una settimana dalla chiusura del Tunnel del Monte Bianco, traffico bloccato al Frejus per i mezzi pesanti a partire da ieri pomeriggio, 27 agosto, a causa della frana nella regione della Maurienne che ha costretto alla chiusura della A43, l’autostrada sul lato francese che dal tunnel porta a Modane. Il transito è consentito alle auto che possono dunque attraversare la galleria e poi essere deviate su una strada secondaria. I problemi hanno interessato anche la circolazione dei treni tra Italia e Francia.
In due momenti successivi nel pomeriggio, una frana ha interessato un costone della montagna con 700 metri cubi di roccia e detriti caduti sulla route dipartimentale 1006 e sull’autostrada A43, chiuse nel tratto compreso tra Saint-Michel-de-Maurienne e Modane. Interrotta anche la linea internazionale Milano-Lione, tra Modane e Chambery. Trenitalia ha informato della cancellazione di 4 corse dell’alta velocità, due da Milano a Parigi e altre due dalla Francia all’Italia in programma oggi.
La società che gestisce l’autostrada sul lato francese (Sftrf) ha confermato questa mattina la chiusura dell’A43 Maurienne tra St Michel e Le Freney, in entrambe le direzioni. È stata allestita una deviazione sulla RD215 via Saint André ma solo per i veicoli leggeri.
Il blocco dei mezzi pesanti al Frejus arriva dunque a meno di una settimana dalla chiusura programmata, per 15 settimane di fila, del Tunnel del Monte Bianco, a partire dal 4 settembre prossimo e mette in evidenza, ancora una volta, la fragilità del sistema dei trasporti e dei valici alpini nell’area del NordOvest (foto), a fronte di chiusure impreviste o per lavori di manutenzione straordinaria come per il Bianco.
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A oltre 60 anni dalla sua realizzazione, il Traforo del Monte Bianco dunque realizza il progetto di rifacimento di due porzioni di volta di 300 metri ciascuna, con chiusura fino al 18 dicembre prossimo. I circa 600mila tir che ogni anno attraversano la galleria – a canna unica e a doppio senso di circolazione – dovranno scegliere percorsi alternativi verso il Frejua, appunto, o verso il Gran San Bernardo, con aggravio comunque di costi e allungamento dei tempi di percorrenza.