Ftse Mib accelera al ribasso
borsa italiana

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Sentiment sotto pressione in Europa dopo i dati arrivati dall’Asia, che hanno visto in primo piano l’evidente fase di contrazione dell’indice PMI manifatturiero della Cina. A Piazza Affari il Ftse Mib accelera al ribasso e scivola -2,5% a 21.383,76 punti. Listino tinto di rosso, vendite su bancari come Mps -2,88%, Bper -2,42%, BPM -3,22%, Banco Popolare -2,09%, Intesa SanPaolo -3,01%, Unicredit -3,7%, Ubi Banca -2,44%; tra altri titoli particolarmente sotto pressione A2A -2,29%, Enel -2,24%, Enel Green Power -1,82%, FCA -2,79%, Yoox -3,59%, Stm -2,55%, Ferragamo -3,9%, Moncler -4,28%.

Spaventano anche i dati relativi all’attività manifatturiera dell’Eurozona. Stando a quanto riporta Markit, nel mese di agosto l’indice Pmi dell’area è sceso a 52,3 punti a luglio, dai 52,4 punti precedenti. La buona crescita del settore in Germania, Olanda e Spagna è stata bilanciata dalle contrazioni sofferte in Francia e Grecia. In particolare l’indice Pmi tedesco è balzato a 53,3 punti dai 51,8 punti di luglio.

Sul mercato dei titoli di stato, spread BTP Bund a 10 anni in rialzo +2,63% a 118,18 punti, con i rendimenti sui BTP decennali +1,02%% all’1,96% e i tassi sui Bund -1,32% allo 0,78%.

Da segnalare che l’azionario europeo è reduce dal peggior mese in quattro anni, con l’indice di riferimento Stoxx Europe 600 che ha ceduto -8,5% ad agosto e che oscilla su un valore inferiore -12% rispetto al record testato ad aprile. Il rapporto P/E è pari a 15,6 volte, inferiore rispetto a Wall Street.

Le forti preoccupazioni sul rallentamento dell’economia cinese e sulla possibilità che la Fed alzi i tassi di interesse a settembre hanno provocato un crollo, nel valore di mercato dell’azionario globale, superiore ai $5.700 miliardi lo scorso mese.

“Il mercato rimane quasi scioccato dopo la volatilità a cui abbiamo assistito di recente e visto che ci sono all’orizzonte altri eventi che potrebbero scatenare ulteriore volatilità, gli investitori rimangono cauti”, ha commentato a Reuters Stefan Worrall, gestore presso Credit Suisse.

D’altronde, “la Cina continua a essere fonte di preoccupazioni e hanno inciso anche i dati sul capex del Giappone, ma più di ogni altra cosa a condizionare i mercati sono le autorità monetarie”. Il riferimento è a quello che farà il Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed, quando si riunirà i prossimi 16 e 17 settembre.

“Il focus immediato per gli investitori è la risposta di politica monetaria negli Usa”, ha detto Worrall. Una risposta che potrà delinearsi meglio con la pubblicazione, venerdì, del report occupazionale di agosto.

Intanto l’Istat ha reso noto che nel mese di agosto il tasso di disoccupazione in Italia è sceso al 12%, riportandosi ai livelli di due anni fa. Forte calo per il tasso di disoccupazione giovanile.

Tra le materie prime, i futures sul petrolio -2,91% a $47,77. Sono le preoccupazioni sulla Cina a mettere sotto pressione i prezzi, reduce da un rally +8% della sessione della vigilia e da un balzo +25% negli ultimi tre giorni della sessione. Ad alimentare gli acquisti è stato anche il bollettino dell’Opec, che hanno portato alcuni investitori a speculare su un intervento per far fronte al tonfo delle quotazioni. Ma in realtà il bollettino non ha presentato nulla di nuovo. Brent -2,77% a $52,65. Oro +0,74% a $1.140,90, argento +0,34% a $14,64.

Sul valutario, l’euro +0,63% a $1,1282; dollaro/yen -0,60% a JPY 120,50. Euro/yen +0,04% a JPY 135,95; euro/sterlina +0,25% a 0,7324. Euro/franco svizzero -0,03% a CHF 1,0841.

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