Gli effetti delle tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti ricadono sulle operazioni di private equity della superpotenza asiatica

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cinaIl futuro della Cina sembra essere nelle mani della tecnologia e dell’innovazione.

Le tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti fanno ancora rumore e le operazioni di private equity della superpotenza asiatica non restano immuni ai loro effetti. Secondo il report Greater China Private Equity & Venture Capital di Prequin, alla fine dello scorso anno gli asset under management ammontavano a circa 600 miliardi di dollari, una cifra record se non fosse che il tasso di crescita su base annua risulta essere il più basso dal 2014.

La situazione, in effetti, rispecchia le prestazioni economiche della regione: nel secondo trimestre del 2019, il prodotto interno lordo è cresciuto del 6,2%, registrando il peggior dato degli ultimi 27 anni.  Inoltre, dopo aver toccato livelli record negli scorsi anni, anche la raccolta di fondi ha conosciuto un rallentamento. Alla fine del mese di luglio aveva raggiunto i 57 miliardi di dollari, quasi un terzo rispetto ai 135 miliardi raccolti nel 2016.

Ciononostante, le aspettative future sembrano lasciare aperto uno spiraglio promettente. Dopo due decenni di crescita economica dominata dal debito e dagli investimenti esteri diretti, il governo centrale ha dato il via a un vero e proprio cambio di rotta: l’idea è quella di passare da un’economia trainata dalle esportazioni a una basata sul consumo interno, puntando sulla tecnologia e l’innovazione.

“L’industria del private equity e del capitale di rischio della Grande Cina ha subito un rallentamento nel 2018 e ha continuato a rallentare nella prima metà del 2019 – commenta Ee Fai Kam, head of Asia operations – Tuttavia, la Cina sta passando a un sistema alimentato principalmente dall’innovazione domestica, aprendo nuove opportunità per gli investitori e i gestori di fondi”.

Secondo lo studio, nonostante le problematiche relative alla guerra commerciale, le istituzioni statunitensi come i fondi pensione o le fondazioni si presentano come gli investitori più attivi della regione, rappresentando circa il 34% del totale degli investitori di private equity e venture capital. Inoltre, la Cina sta scalando il Global innovation index, l’indice utilizzato per valutare le economie di 126 Paesi sulla base di 80 indicatori, salendo di ben tre posizioni dallo scorso anno. Secondo i leader tecnologici mondiali, Pechino, Hong Kong, Shanghai e Shenzen saranno gli hub dell’innovazione tecnologica dei prossimi quattro anni.

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