Dare un’accelerata alle vendite di oro e diamanti negli Emirati Arabi Uniti: è questa la motivazione che ha spinto il paese a rimuovere l’imposta sul valore aggiunto del 5% (IVA) nei settori dell’oro e del diamante nel commercio all’ingrosso. I rivenditori al dettaglio, invece, continueranno a imporre il 5% su tutte le transazioni di gioielli nei loro negozi.

La decisione, annunciata dal Gabinetto degli Emirati Arabi Uniti, potrebbe innescare una graduale ripresa della predisposizione dei consumatori agli acquisti di gioielli in oro e diamanti. I rivenditori di gioielli potranno sfruttare i benefici dell’IVA che ricevono dai grossisti nel fissare il prezzo sui loro gioielli: la rimozione dell’IVA sul commercio di metalli preziosi nel segmento business-to-business ha effetto immediato.

Il governo degli Emirati Arabi Uniti ha adottato la legge per introdurre un meccanismo di “reverse change” per gli investitori in oro, diamanti e metalli preziosi. Questa decisione “contribuirà a stabilizzare il settore dell’oro e dei diamanti negli Emirati Arabi Uniti e stimolerà gli investimenti in questo settore”, si legge in una nota. La mossa arriva all’indomani di quattro mesi molto difficili nel commercio al dettaglio di gioielli: secondo le stime degli analisi locali, le vendite di oro sono diminuite del 30-40% rispetto a un anno fa, con un calo, a gennaio, del 50%. L’ultimo impulso significativo dell’acquisto di gioielli in oro si è svolto negli ultimi cinque giorni di dicembre.

In base alle precedenti norme sull’IVA, i lingotti di oro da investimento e i diamanti sciolti erano “valutate zero”, mentre tutte le altre transazioni, all’ingrosso e al dettaglio, rientravano nel regime IVA del 5%. La rimozione dell’imposta avrà impatto soprattutto a Dubai, nota per la sua stretta associazione con i macelli preziosi.