L’annuncio arriva sei mesi dopo che la catena di negozi ha avviato, lo scorso settembre, la procedura di bancarotta per tentare di proteggersi dai creditori e reinvestire nei negozi. La mossa, però, non ha funzionato e già lo scorso gennaio la compagnia ha annunciato la chiusura di 182 in tutti gli Stati Uniti. Adesso si parla di un numero molto superiore di rivendite e la misura interesserà anche i 100 negozi in Gran Bretagna.
Il motivo della chiusura della storica catena di giocattoli, risiede nel fatto che la catena non riusciva più a competere con i grandi delle vendite online e ha accumulato oltre sette miliardi di dollari di debiti. Il gruppo possiede negozi anche in Europa, Asia e Canada e chiuderà le proprie attività in Giappone, Germania, Austria e Svizzera. Cnbc avanza l’ipotesi che l’azienda di giocattoli mantenga aperti 200 negozi dopo la liquidazione. Il piano prevede la cessione dei punti vendita del Canada, con saldo positivo, e di 200 tra quelli più redditizi in Usa, mentre gli altri chiuderanno. I lavoratori Usa, che sono metà dei 65mila totali, manterranno il loro posto di lavoro per 60 giorni.