I Confidi ricoprono un ruolo importante per la concessione del credito
Come è cambiato il peso della garanzia diretta

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La loro funzione è quella di permettere l’erogazione del credito anche alle imprese considerate troppo rischiose dalle banche. Nel processo di concessione del credito i Confidi si inseriscono infatti tra PMI e banca trasformando il classico rapporto “one-to-one” in una triangolazione, in cui l’impresa acquisisce maggiore “appeal” nei confronti della Banca in seguito alle garanzie consortili.
Oggi i Confidi sono arrivati ad una svolta, il mercato è sempre più diverso rispetto a quello del passato. Esistono sul mercato circa 400 realtà attive di cui la maggioranza sono ex 106, ossia “confidi minori”. Solo una cinquantina sono ex107, di cui circa la metà hanno presentato domanda in Banca d’Italia per diventare nuove società 106.

I Confidi si stanno muovendo in mercato di crisi economica ancora importante caratterizzato da una “impennata” delle sofferenze sia nel portafoglio di banche che dei confidi.  Non solo, oggi i Confidi operano in un contesto di crescente disintermediazione da parte delle banche che accedono direttamente al Fondo Centrale e sono sottoposti a maggiori ulteriori adempimenti che la Vigilanza impone. Allo stesso tempo stanno emergendo chiare opportunità di sviluppo di servizi e di partnership con reti specializzate quali i mediatori creditizi per poter far crescere il loro business.

Adelio Ferrari, presidente Fedart sostiene che fra gli obiettivi 2016 per i Confidi assume oggi di grande rilevanza l’ingresso nelle costituende bad banks…
“…nel 2016 il sistema dei Confidi sarà ancora travagliato, causa le tante incertezze di una normativa, a partire da quella relativa al Fondo Centrale, che non offre pari opportunità e chiare regole del gioco.  Sul mercato ci sono Confidi che hanno presentato la domanda per richiedere l’autorizzazione a Banca d’Italia per procedere come “Confidi maggiore” , ovvero come Intermediario Finanziario vigilato, all’Iscrizione al nuovo ALBO 106 T.U.B. Nell’ambito di Fedart ad oggi sono 18 (dei 36 totali a livello nazionale) quelli  che hanno presentato la domanda su circa 150 iscritti alla Federazione, e ci aspettiamo che complessivamente solo poco più di venti – sui citati 36 – possano essere iscritti al nuovo Albo. Si porrà quindi un problema di scelte per i Confidi medi, mentre per quelli piccoli l’iniziativa di Confartigianato Rete dei Confidi Minori sta già dando già buoni risultati e buone prospettive. La vera sfida per il 2016 sarà quella che i Confidi possano essere inclusi nella prossima Bad Bank, per offrire le stesse opportunità che si intendono dare alle banche. “

Pietro Mulatero, presidente Federconfidi, è del parere che il nuovo scenario normativo influenzerà il futuro dei Confidi…

“…come è noto infatti, da un lato il nuovo scenario normativo innalza la soglia del portafoglio garanzie per rimanere/diventare intermediari vigilati e, dall’altro, richiederà ai Confidi non vigilati la creazione di un organismo di vigilanza che, a sua volta, risponderà del suo operato a Banca d’Italia. E’, infatti, verosimile prevedere che tali variazioni favoriranno significativi processi di aggregazione sia tra i confidi intermediari vigilati, sia tra i confidi non vigilati.
La capacità e la sfida saranno quelle di far sì che tali processi di aggregazione non vadano a scapito di quel concetto di prossimità e vicinanza alle piccole e medie imprese che, da sempre, rappresentano un significativo valore aggiunto dei Confidi.”

Secondo Gianmario Caramanna, direttore generale di Confartigianato Fidi Piemonte e Nord Ovest, il 2016 si è aperto con le pregresse criticità non risolte…
“…il sistema delle garanzie (dunque, dei Confidi) nel nostro Paese ha visto scaricate su di sé una imponente mole di sofferenze che ne hanno minato la tenuta, in assenza degli auspicati e richiesti provvedimenti legislativi ancora all’esame del Parlamento e di un utilizzo più congruo del Fondo Centrale di Garanzia.
Per quanto riguarda Confartigianato Fidi Piemonte e Nord Ovest, al contrario, le attese sono positive: siamo ormai attivi su gran parte del territorio nazionale, la nostra rete distributiva è in continua espansione, i dati patrimoniali e di bilancio segnano una eccellenza che, ora, dovremo saper mantenere e consolidare.
Attendiamo a breve l’iscrizione al nuovo Albo 106 che finalmente farà compiuta chiarezza sul nostro mondo, collocandoci – con assai pochi altri Confidi – ai migliori livelli dello stesso.
Inoltre, entro aprile incorporeremo due Confidi minori, nonché – oltre a potenziare ed ulteriormente sviluppare il rapporto convenzionato con gli istituti di credito sul versante delle Garanzie che rilasciamo a favore delle nostre Imprese Socie – daremo il via al Piccolo Credito: erogheremo direttamente credito (con un massimale di Euro 25 mila per impresa) alle start up innovative ed alle Micro e Piccole Imprese Socie.”
Bartolo Mililli, amministratore delegato ConfeserFidi, è convinto che il 2016 sarà l’ anno del rafforzamento del settore…

“…si profila come molto positivo l’anno 2016 per il settore Confidi. La riforma del settore, la crisi e le modifiche agli aiuti di stato, se prima hanno scompigliato le carte in tavola, tuttavia ora imbandiscono un nuovo mercato, pronto per essere colto.
Il futuro dei Confidi dovrà essere caratterizzato sempre più dalla offerta di servizi di consulenza alle imprese, micro e pmi. I Confidi già lo fanno, ma la sfida sarà quella di riuscire a individuare le soluzioni necessarie a risolvere i bisogni espressi o latenti che l’impresa ha.
Anche le nuove disposizioni di vigilanza stimolano i Confidi in quella direzione.
Il futuro che ci attende è quello che in pochi secondi, lo stesso Google concederà un finanziamento a chiunque, così come potrà fare Apple, e tanti altri, che dispongono di migliaia di informazioni sulla persona e sull’impresa.
In questo contesto, in cui siamo già, non può essere che la consulenza a valore aggiunto l’unica strada per l’assistenza continuativa alle micro e piccole imprese. Sia i Confidi ex art. 112 che i nuovi Confidi 106, non hanno una sfida impossibile davanti, tutt’altro.
Gli anni bui, da marzo 2015, sembrano scomparsi: le richieste di affidamento crescono in continuazione.
Il 2016 si caratterizzerà anche per un’altra importante vicenda: la ripresa sinergica e proficua dei rapporti con le banche. Non bisogna trascurare che gli anni passati sono stati difficili e hanno contribuito a rompere anni ed anni di collaborazione.
La disintermediazione del fondo centrale di garanzia, l’eccessiva prudenza nel concedere credito, l’esaurirsi dei fondi rischi e tanti altri fattori, hanno contribuito ad allontanare le banche dai Confidi.
Ma già da qualche mese registriamo una situazione inversa, e sarebbe utile che ABI e Assoconfidi preparassero un accordo di programma, per l’assistenza condivisa soprattutto delle micro e piccole aziende, mercato in cui per i confidi, si stanno aprendo spazi di manovra molto ampi che le banche sarebbero ben disponibili a lasciare purché lo standard di collaborazione sia molto elevato.
Ed i rapporti tra confidi minori e maggiori? Anche qui vedo continue adesioni alle reti baricentro, come Rete Confidi Italia, ma anche tra Confidi maggiori o tra Confidi minori.
Sinergia sembra essere la parola dominante nel mercato. Sotto tutti i profili, quindi il 2016 si prospetta come un buon anno.”

Per Giorgio Guarena, direttore generale di Unionfidi, il momento dell’economia, a livello generale, permane difficile, specie per le PMI, e di conseguenza per il sistema dei confidi di cui sono naturali,  clienti” e socie….

“…l’accesso al credito in questi ultimi anni è diminuito, sia per la minor richiesta di credito sia per la maggiore selettività di chi lo deve concedere, banche e confidi, per cui i flussi di garanzie dei confidi si sono ridotti, e con loro i ricavi, mentre sono aumentate a dismisura le sofferenze, con i conseguenti accantonamenti ed escussioni da pagare.
Una significativa inversione di rotta può venire, a mio avviso, solo con l’effettiva ripresa della “economia reale”, con le imprese che tornano ad investire e rimborsano regolarmente i loro fidi riportando le sofferenze a livelli fisiologici.
La bad bank di cui si parla tanto in questi giorni potrà forse favorire una maggiore disponibilità delle banche a concedere credito, anche se nell’abbinata “banca – confidi” con la bad bank si potrà avere una asimmetria in fatto di nuova “agilità”, come può succedere nelle corse a coppie.., dal momento che a quanto risulta la stessa non sgraverà per nulla il portafoglio dei confidi. Una occasione persa…!
Un altro elemento che potrebbe aiutare ad invertire la rotta è costituito dalla, attesa, riforma del Fondo Centrale, cui accedono banche e confidi, con la quale dovrebbe essere riequilibrato, anche in termini di percentuali di garanzia del Fondo, l’accesso dei due soggetti, ridando ai confidi quel “qualcosa in più” che storicamente ottenevano dal Fondo.
In ogni caso, a prescindere dai predetti eventi “esogeni”, i Confidi in generale devono sapersi trasformare in strutture più agili ed efficienti, disposte, e non sempre così ancora accade, a mettere a fattore comune con altri loro conoscenze, funzioni “centralizzabili”, con ad esempio contratti di rete, che poi possono preludere a vere e proprie integrazioni, ormai ineludibili”.

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