I mutui a tasso fisso oggi convengono

I mutui a tasso fisso, che sono agganciati ai Bund a medio-lungo termine, sono sempre più convenienti.

Il tasso Interest rate swap (Irs) su cui si basano gli interessi sui prestiti immobiliari segue infatti l’andamento dei titoli di Stato tedeschi, i cui rendimenti sono ai minimi storici.

L’IRS, una specie di contratto di assicurazione stipulato dalla banca sul denaro prestato volto a coprirsi dalla variazione degli interessi sul medio periodo, è sceso anche all’1% per le scadenze più lunghe dopo che il decennale tedesco si è abbassato al minimo dello 0,17%. Per fare un paragone, fino a pochi anni fa l’Irs a 20 anni era al 4%.

Il range dei tassi IRS va da uno a 50 anni, contrariamente all’Euribor, il tasso su cui si basa il mutuo a tasso variabile, che non supera i 12 mesi. I tassi a 30 anni sono scesi sotto lo 0,9% negli ultimi giorni. La media nel mese di marzo, è dell’1,04%. In febbraio era dell’1,22% e in gennaio dell’1,31%, a dimostrazione del trend al ribasso.

I mutui a interessi fissi sono diventati insomma più convenienti a livello di tasso nominale, ma sul tasso reale molto dipenderà dall’eventuale ritorno dell’inflazione ora che la Bce è corsa ai ripari per combattere la deflazione con il Quantitative Easing, in particolare per chi volesse accendere un mutuo della durata oltre i 25 anni.

Va poi ricordato che il tasso fisso sui prestiti immobiliari si calcola sommando l’IRS con lo spread stabilito dalla banca, una percentuale fissa invariabile che viene aggiunta dall’istituto di credito per ricavare un margine dalla cessione del prodotto.

A differenza del mutuo variabile, le rate del mutuo a tasso fisso rimangono identiche proprio per effetto dell’Irs, che viene fissato il giorno della stipula del contratto.

In sintesi per chi può permetterselo indubbiamente è un buon momento per accendere un mutuo a tasso fisso e pagare interessi bassi per i prossimi anni, pur tenendo sempre bene a mente che è meglio avere debiti per il minor tempo possibile.

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