I titolari di redditi di impresa potranno fruire di una deduzione del 20% del costo del personale nel caso di incremento occupazionale
Arriva il via libera del Governo alla manovra economica e quindi anche al decreto legislativo che anticipa l’attuazione della delega fiscale. 
redditi di impresa

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Arriva il via libera del Governo alla manovra economica e quindi anche al decreto legislativo che anticipa l’attuazione della delega fiscale. 

Le novità riguardano le aliquote IRPEF, la revisione della disciplina delle detrazioni fiscali e un maxi-sconto per le imprese, ma anche per i lavoratori autonomi che incrementeranno l’occupazione. Viene però prevista anche l’abolizione dell’ACE per le imprese. 

Inoltre, risulta per il momento accantonata l’ipotesi di concedere l’applicazione di un’aliquota ridotta del 15% per due anni di imposta alle imprese che effettuano investimenti qualificati o procedono ad assunzioni stabili. 

Riduzione delle aliquote IRPEF e l’intervento sulle detrazioni

Il decreto legislativo approvato dal Governo in attuazione della legge delega fiscale (legge n. 111/2023) prevede la riduzione da quattro a tre aliquote per scaglioni di reddito. In particolare, vengono accorpati i primi due scaglioni. Si applicherà l’aliquota IRPEF del 23% fino a 28.000 euro in luogo del precedente limite di 15.000 euro. Dovrebbero così risultare “rinforzate” le buste paga di coloro che dichiarano un reddito lordo di 27.500 annui. 

Il minor gettito derivante dalla riduzione delle aliquote e dall’accorpamento degli scaglioni sarà “recuperato” con una manovra sulle detrazioni a carico di coloro che dichiarano un reddito lordo annuale superiore a 50.000 euro. Per questi soggetti, con decorrenza dall’anno 2024, l’ammontare della detrazione lorda con riferimento agli oneri la cui quota di detraibilità è fissata al 19% è ridotta di 260 euro. La medesima riduzione del beneficio fiscale (sempre pari a 260 euro) riguarda i soggetti che fruiscono delle detrazioni per i seguenti oneri: 

– erogazioni liberali in favore delle ONLUS; 

– erogazioni liberali in favore dei partiti politici; 

– erogazioni liberali in favore degli enti del Terzo settore; 

– premi di assicurazione per rischio di eventi calamitosi.

Il decreto prevede anche un incremento della detrazione fissa per i redditi di lavoro fino a 15.000 euro da 1.880 a 1.995 euro. In conseguenza di ciò la tax area risulta incrementata a 8.500 euro.

Riduzione dell’IRES e dell’IRPEF: il maxi-sconto per chi assume

I titolari di reddito di impresa e gli esercenti arti e professioni potranno fruire di una deduzione maggiorata del 20% del costo del personale nel caso di incremento occupazionale. Lo “sconto troverà applicazione per il periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2023 e avrà la durata di un anno. Inoltre, quale ulteriore condizione si prevede che il beneficio è riservato esclusivamente ai soggetti che hanno esercitato l’attività (nel periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2023 per almeno 365 giorni. 

L’agevolazione non spetta alle società e agli enti in liquidazione ordinaria, assoggettati a liquidazione giudiziale o agli altri istituti liquidatori relativi alla crisi di impresa.

Il beneficio è limitato al costo del personale di nuova assunzione con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. 

L’incremento del costo del personale deducibile sarà ancora maggiore e raggiungerà il 30% laddove l’assunzione interessasse lavoratori “svantaggiati”, lavoratori con disabilità o persone detenute in istituti penitenziari o coloro che sono ammessi alle misure alternative alla detenzione. Il maxi-sconto del 30% riguarderà anche le assunzioni di donne di qualsiasi età con almeno due figli di età inferiore a 18 anni o prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi residenti in regioni ammissibili ai fondi strutturali UE e nelle aree svantaggiate, i giovani ammessi agli incentivi all’occupazione giovanile per gli under 30. Inoltre, tra i predetti soggetti, ci sono anche gli ex percettori del reddito di cittadinanza che non siano in possesso dei requisiti per l’assegno di inclusione.

Abrogazione dell’ACE

Parallelamente, però, il decreto legislativo prevede l’abrogazione dell’ACE. 

È prevista però una disciplina transitoria in virtù della quale le imprese potranno beneficiare dell’ACE secondo le regole dell’anno 2011 all’importo del rendimento nozionale che eccede il reddito complessivo netto del periodo d’imposta 2023.

Ulteriori misure

Acconti a rate

Ulteriori misure fiscali sono previste in un decreto legge che viaggerà in parallelo al disegno di legge di Bilancio 2024. In particolare, viene previsto che autonomi o professionisti con ricavi o compensi fino a 170.000 euro potranno scegliere di non versare gli acconti IRPEF entro il 30 novembre.

In questo caso di potrà optare per effettuare il versamento in un’unica soluzione entro il 16 gennaio dell’anno 2024 o al contrario fruire di una dilazione in cinque rate dell’importo dovuto. 

La misura è limitata esclusivamente alle persone fisiche titolari di partita IVA. Sono quindi esclusi società di capitali, società di persone ed enti non commerciali. Invece dovrebbero essere ammessi alla possibilità i soci delle società che applicano la tassazione per trasparenza.

Riduzione del cuneo fiscale

La manovra prevede un taglio del cuneo fiscale con una riduzione di sei punti delle imposte sul lavoro per i redditi fino a 35.000 euro e fino a sette punti per i redditi di ammontare inferiore a 25.000 euro.

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