Il credit crunch colpisce i piccoli

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Il credit crunch colpisce soprattutto le imprese minori, spina dorsale del tessuto produttivo italiano: pur avendo tutt’ora in essere quasi 14 miliardi di euro di finanziamenti garantiti, i Confidi che aderiscono a Fedart nel 2013 hanno erogato solo 5 miliardi di euro, contro i sei miliardi del 2012. E il trend negativo prosegue anche con l’analisi dei dati al 30 giugno 2014. Non solo: anche il patrimonio continua il trend negativo registrato già lo scorso anno. A fronte di un tasso di sofferenza patrimoniale che per la prima volta dall’avvio della crisi raggiunge valori a due cifre anche per i Confidi, oltre che per il comparto artigiano (rispettivamente 12,5% e 15,9%), i bilanci delle strutture risentono di rettifiche che assorbono completamente i ricavi generati dalla garanzia collettiva dei fidi. Tutti questi dati emergono dalla ricerca sullo stato del credito presentata ieri da Fedart Fidi, la federazione nazionale unitaria dei Confidi dell’artigianato, promossa da Cna, Confartigianato e Casartigiani. Fedart è la federazione di rappresentanza del maggiore sistema di garanzia in Italia e in Europa: associa 128 Confidi che al 31 dicembre 2013 garantivano, come detto, un volume complessivo di finanziamenti per 13,7 miliardi di euro, rilasciando garanzie su finanziamenti per circa 5 miliardi di euro a favore di oltre 730 mila piccole e micro imprese. Secondo la ricerca, il 2013 evidenzia una chiara contrazione dei finanziamenti bancari che beneficiano della garanzia dei Confidi, solo in parte compensata da un impegno più elevato dei Confidi, che per la prima volta negli ultimi anni aumentano la quota di garanzia rilasciata. Secondo la federazione, da un’analisi dei bilanci dei Confidi risulta che il sistema sarebbe in equilibrio se inquadrato in un condizioni di mercato fisiologiche, ma allo stato delle cose è «sempre più necessario un intervento pubblico a sostegno di un sistema che svolge una funzione di natura pubblicistica». Per il direttore di Fedart Fidi, Leonardo Nafissi: «Dopo un rilevante incremento nella prima fase della crisi, che denota l’impegno del sistema a favore delle pmi, dal 2010 a oggi al comparto viene veicolata una quantità sempre minore di risorse garantite dai confidi. Solo nell’ultimo anno si sono contratte di quasi 2 punti percentuali passando dal 18,5% al 16,7%».

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