Il credit crunch stritola l’Italia

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La stretta del credito si aggrava. Secondo la Banca d’Italia nel mese di agosto i prestiti delle banche al settore privato hanno registrato una contrazione su base annua del 3,5% (-3,3% a luglio). È quanto si legge nelle principali voci dei bilanci bancari, in cui si precisa che i prestiti alle famiglie sono scesi dell’1,2% sui dodici mesi (-1,1% a luglio), mentre quelli alle società non finanziarie sono diminuiti, sempre su base annua, del 4,6% (-4,1% a luglio).

Dati che contrastano con il «netto cambio di passo» che il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, aveva proposto agli istituti di credito appena il 7 ottobre scorso dalla sede della fondazione Rosselli. Pur sapendo che «le condizioni dell’economia restano difficili», Visco, nel suo intervento, aveva sottolineato come la ripresa dell’economia italiana dipenderebbe «anche dal sostegno finanziario alle imprese» tramite l’erogazione di denaro da parte delle banche che a loro volta sono alle prese con svalutazioni e accantonamenti legati al peso dei crediti dubbi che non accenna a diminuire. Le sofferenze delle banche ad agosto, invece, sono infatti rimaste stabili e pari al 22,3% degli attivi, come nel mese precedente. I tassi d’interesse, sempre nello stesso mese, comprensivi delle spese accessorie, sui finanziamenti erogati alle famiglie per l’acquisto di abitazioni sono stati pari al 3,91% (3,96% a luglio). In particolare quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo hanno visto un lieve incremento dello 0,12% rispetto a luglio (9,52%). I tassi d’interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie di importo fino a 1 milione di euro sono stati del 4,50% (4,41% nel mese precedente); quelli sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia al 2,86% (2,96% a luglio). Per i tassi passivi sul complesso dei depositi si è registrato un valore dell’1,04% (1,05% a luglio)

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