Il cuore dell’ auto elettrica è la batteria
La batteria è un componente fondamentale che, in base alla sua potenza e capacità, fa la differenza tra cosa uno specifico modello di auto elettrica può fare e cosa no.

La batteria è un componente fondamentale che, in base alla sua potenza e capacità, fa la differenza tra cosa uno specifico modello di auto elettrica può fare e cosa no.

Se dobbiamo usare l’auto per lunghi viaggi autostradali, infatti, non basta che l’auto abbia una grande batteria: è anche meglio se supporta la ricarica rapida DC in corrente continua. 

La ricarica, però, sulle auto elettriche è ancora un mistero per molti. E non si può certo biasimare l’automobilista medio: per ricaricare la batteria di una macchina elettrica, infatti, ci sono quattro possibili modalità standardizzate e addirittura sette possibili cavi (otto, con quello proprietario delle Tesla). 

Ogni tipo di cavo e di modalità di ricarica ha una sua potenza massima che, però, deve essere la stessa accettata dall’auto perché, altrimenti, anche se il cavo e la presa potressero erogare più potenza, la ricarica avverrà comunque ad una potenza inferiore. Questo perché è sempre l’auto a “decidere” la potenza massima di ricarica, anche quando il punto di ricarica potrebbe “pompare” di più. 

Con la ricarica AC l’elettricità entra nel veicolo in corrente alternata. Sarà poi il caricatore di bordo a convertirla in corrente continua prima di accumularla nella batteria. Per eseguire una ricarica AC è necessario collegare un cavo alla colonnina/wallbox di ricarica e all’auto elettrica. 

I cavi di ricarica in corrente alternata sono cinque: 

  • Tipo 1, monofase: max 7,4 kW.
  • Tipo 2, monofase/trifase: max 43 kW.
  • Tipo 3A, monofase: max 3,6 kW.
  • Tipo 3C, mofase/trifase: max 22 kW. 
  • Presa Schuko: max 2,3 kW.

CAVI PER RICARICA DC

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Con la ricarica DC l’elettricità che arriva dalla colonnina è già a corrente continua, perché la conversione viene fatta direttamente nella colonnina. Per questo è possibile raggiungere potenze molto più alte in piena sicurezza. Sempre per motivi di sicurezza, però, il cavo di ricarica è già connesso alla colonnina e non si può scollegare.

I cavi di ricarica in corrente continua sono due: 

  • ChaDeMo, standard nei Paesi orientali e soprattutto in Giappone. 
  • CCS Combo 2, standard nei Paesi europei, Italia compresa.

Il cavo CCS Combo 2 si chiama così perché, al suo interno, integra anche una parte dedicata alla ricarica in corrente alternata. 

Dalla stessa colonnina con cavo di ricarica CCS Combo 2, quindi, potremo ricaricare un’auto elettrica sia in corrente continua, molto velocemente, che in corrente alternata, più lentamente. 

Infine, ci sarebbe anche un terzo cavo per la ricarica DC in corrente continua: quello dei Tesla Supercharger. Questo cavo è compatibile solo con le auto elettriche Tesla, ma con quelle meno recenti: le nuove Tesla europee, a partire dalla Model 3, usano infatti il CCS Combo 2. Tuttavia, è possibile ricaricare una vecchia Tesla usando una colonnina con cavo CCS Combo 2 usando un apposito adattatore venduto da Tesla. 

MODI DI RICARICA EV

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Oltre al tipo di cavo usato, ci sono poi da conoscere quattro modi standard di ricaricare un’auto elettrica, tre dei quali in corrente AC e uno in DC. I tre modi di ricarica AC sono: 

  • Modo 1, a casa: non ci sono sistemi di sicurezza, auto e presa di corrente sono collegati direttamente. 
  • Modo 2, a casa: tra la presa e l’auto c’è un sistema (control box, juicebox, juice booster, wallbox ecc) che regola la potenza in base a parametri di sicurezza. 
  • Modo 3, ricarica pubblica: in questo caso il sistema di ricarica (la colonnina o la wallbox) integra al suo interno il sistema di sicurezza che dialoga con l’auto.

A questi tre modi di ricarica AC si aggiunge l’unico modo di ricarica DC standardizzato: 

  • Modo 4, ricarica pubblica: il cavo non è scollegabile dalla colonnina, che integra al suo interno il sistema di sicurezza che dialoga con l’auto per gestire la potenza di ricarica. 

QUALE RICARICA SCEGLIERE

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Come già detto, a decidere la potenza massima di ricarica è l’auto, che non accetta potenze superiori a quella massima scelta dal produttore. Detto questo, le potenze massime cambiano tra ricarica AC e ricarica DC, che sono due circuiti completamente separati. 

La ricarica in modo 1 è l’unica in cui presa e automobile sono collegate direttamente. Si tratta della modalità meno sicura, che sconsigliamo caldamente anche perché per gli evidenti problemi di sicurezza è sempre a bassa potenza. 

Il modo 2 è ormai lo standard per la ricarica domestica, vista anche la diffusione delle wallbox da installare nel box o nel parcheggio condominiale. Quando un EV ricarica in modo 2 può dialogare con il sistema di ricarica, chiedendo più o meno energia in base ai parametri vitali della batteria. Così, se per qualche motivo la temperatura dell’accumulatore sta salendo troppo, la ricarica si interrompe automaticamente.

Il modo 3, invece, è quello più consigliato quando stiamo ricaricando fuori casa, ma non abbiamo fretta. Ad esempio se abbiamo a disposizione una colonnina AC vicino al nostro posto di lavoro, dove dovremo stare diverse ore prima di riprendere l’auto. Quasi tutti gli operatori fanno pagare meno la ricarica AC rispetto a quella DC, quindi se non abbiamo fretta è meglio scegliere il modo 3. 

Il modo 4, invece, è quello da scegliere quando siamo in viaggio e stiamo effettuando una sosta breve per la ricarica. In questo caso la ricarica è in DC e può raggiungere potenze molto più elevate (se l’auto le accetta, lo ripetiamo) e, per questo, la ricarica DC in modo 4 è più cara della AC in modo 3. 

Ancor di più è costosa la ricarica DC in Hpc, cioè ad altissima potenza (High Power Charging) oltre i 150 kW, che avviene sempre in modo 4. Ma quando il tempo per ricaricare è poco è un prezzo che vale la pena pagare. 

Giusto per capire di che cifre stiamo parlando e di che differenze di prezzo ci sono tra un modo di ricarica e l’altro, basta guardare al listino “pay per use” (cioè quello a consumo, valido per chi non ha un abbonamento) di Enel X: 

  • Ricarica AC, modo 3: 0,58 euro al kWh 
  • Ricarica DC, modo 4, max 100 kW: 0,68 euro al kWh 
  • Ricarica DC, modo 4, max 150 kW: 0,75 euro al kWh 
  • Ricarica DC HPC, modo 4, oltre 150 kW: 0,79 euro al kWh
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