Il mercato azionario è grande
Nel corso dell’ultimo decennio il rendimento offerto dal mercato azionario statunitense è stato doppio rispetto a quello europeo e triplo rispetto ai mercati emergenti.
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Nel corso dell’ultimo decennio il rendimento offerto dal mercato azionario statunitense è stato doppio rispetto a quello europeo e triplo rispetto ai mercati emergenti.

Ma, giunti a questo punto, è ora di puntare su altre aree?

“Crediamo che le azioni statunitensi possano ancora generare solidi rendimenti, ma il profilo di rischio e rendimento suggerisce di diversificare su altre regioni, strategie tematiche globali e sottoclassi di attivi, come le small cap – spiegano da Goldman Sachs Asset Management – In particolare, sottolineiamo tre importanti ragioni: i rischi specifici delle azioni statunitensi, l’indebolimento dei driver dei recenti rendimenti azionari statunitensi e il potenziale costo-opportunità del mancato investimento in altri mercati”.

Del resto il mercato azionario statunitense presenta attualmente tre criticità importanti che ne indeboliscono le prospettive.

In primo luogo le valutazioni: elevate, sia rispetto alle medie storiche sia in confronto alle altre regioni. L’S&P500, fanno notare da GS Asset management, quota a premio anche se corretto per il maggior peso dei settori con le valutazioni più elevate, come la tecnologia.

Poi la concentrazione: a fine 2021 il 20% circa della capitalizzazione di mercato dell’S&P 500 era rappresentato da soli cinque titoli, con una conseguente sovraesposizione su queste società, alcune delle quali a rischio di maggiore regolamentazione e a aumento delle imposte.

Infine il traino del Tech di cui l’azionario Usa ha beneficiato in larga misura nel corso degli ultimi 10 anni.

“L’innovazione tecnologica continuerà a trainare la crescita del settore tecnologico statunitense ma, con la progressiva diffusione dell’innovazione tecnologica ai vari settori e in tutto il mondo, non ci aspettiamo lo stesso tasso di crescita e di espansione dei multipli nel prossimo decennio. Di conseguenza, le previsioni sugli utili statunitensi per i prossimi due anni appaiono più in linea con quelle relative alle altre regioni, suggerendo performance azionarie più simili”.

Come mutare – o anche semplicemente diversificare – quindi l’asset allocation?

I modi sono sostanzialmente due, suggeriscono da Goldman Sachs Asset Management: il primo consiste nell’uscire dal classico schema di diversificazione a livello geografico, il secondo nell’allargare gli orizzonti del mercato azionario.

Vediamoli in dettaglio.

Approcciare strategie tematiche globali permette di uscire da una serie di dicotomie (Stati Uniti vs resto del mondo, large vs small cap, Value vs Growth, ecc.) e costruire asset allocation più mirate, per beneficiare della crescita secolare trainata dall’innovazione, dalla sostenibilità o dal mutamento dei trend di consumo.

Portafogli quindi ovviamente esposti anche agli Stati Uniti ma con un obiettivo di generare alpha al di là del bias geografico o fattoriale.

La seconda opzione è quella di utilizzare l’equity europeo, giapponese ed emergente come complemento di quello statunitense, alla luce del fatto che “attualmente presentavo valutazioni più contenute a fronte di livelli potenzialmente simili di crescita degli utili”.

Ognuno di questi mercati ha caratteristiche proprie e atout in grado di renderlo adatto al contesto dei prossimi anni.

L’azionario europeo ha un’esposizione più ciclica rispetto all’S&P 500, ha offerto dividend yield più elevati e presenta un posizionamento più pronunciato sui temi della sostenibilità (basti pensare che 8 delle 10 principali aziende del settore dell’energia pulita hanno sede in Europa).

L’azionario giapponese presenta prospettive interessanti in termini di valutazioni e crescita degli utili, grazie a un’economia in crescita per la ripresa post pandemia in atto.

Infine l’equity Emergente, che beneficia di trend di crescita strutturale, dati dall’aumento dei consumi dei Millennials (si prevede che nel corso del prossimo decennio i Millennials cinesi supereranno i loro omologhi statunitensi in termini di reddito aggregato) e da una esposizione significativa alle materie prime, che può rivelarsi utile in un contesto inflazionistico.

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