Il passaggio al regime forfettario ti conviene?

Se vuoi sapere come fare per entrare nel regime forfettario, innanzitutto devi scoprire se hai i requisiti e le caratteristiche per accedere o permanere in questo regime, alla luce della nuova Legge Finanziaria per il 2019.

Ci sono differenze di requisiti, ad esempio, se apri una nuova partita IVA oppure hai già un’attività, sia per quanto riguarda l’accesso al regime, sia per quanto riguarda la tassazione.

Esaminiamo di seguito i casi in cui si abbia già la partita IVA e si voglia cambiare regime contabile.

Passaggio al regime forfettario dal Regime dei Minimi.

Chi si trova nel regime dei minimi può continuare a mantenerlo fino a decadenza dello stesso, ad esempio, per il raggiungimento dei 35 anni di età, o per la perdita degli altri requisiti.

Si può, comunque, passare al regime forfettario, quale regime naturale non opzionale.

Se si decade dai Minimi non c’è alcuna comunicazione da fare all’Agenzia delle Entrate ed è sufficiente attuare il comportamento concludente.

Se, invece, si sceglie di proposito il passaggio al regime forfetario, bisogna comunicare la “revoca” dai Minimi in dichiarazione IVA.

Sulla fattura si dovrà scrivere la nuova dicitura ai fini IVA.

Passaggio al regime forfettario dal regime semplificato e ordinario.

Chi è in possesso dei requisiti per il regime forfettario,  anche se in precedenza ha optato per la contabilità semplificata o ordinaria, ed anche se non sono trascorsi i 3 anni di permanenza  nel regime scelto per opzione, può passare al regime forfettario senza effettuare alcuna comunicazione, preventiva o successiva, in quanto trattasi di regime naturale, se sussistono i requisiti.

Gli importi da fatturare non saranno più assoggettati ad IVA e pertanto sarà obbligatorio pagare l’imposta di bollo da 2€ (per importi superiori ad €77,47).

Non verrà operata la ritenuta d’acconto per i professionisti.

Inoltre si potrà usufruire di tutti gli altri vantaggi  in termini di minori adempimenti fiscali.

L’adempimento più oneroso, in questo caso, è la rettifica della detrazione dell’IVA.

L’IVA relativa a beni e servizi, non ancora ceduti o non ancora utilizzati durante il precedente regime semplificato/ordinario, va restituita in unica soluzione, senza attendere l’effettivo utilizzo degli stessi, fatta eccezione per i beni ammortizzabili, la cui rettifica va eseguita soltanto se non siano ancora trascorsi quattro anni da quello della loro entrata in funzione.

Dicitura regime forfettario 2019 su fattura

Ecco cosa dovrai scrivere sulla fattura in base al nuovo regime forfettario:

“Operazione in regime forfetario effettuata ai sensi dell’articolo 1, commi da 54 a 89, della Legge n. 190/2014 così come modificato dalla Legge numero 208/2015 e dalla Legge n. 145/2018”.

“Si richiede la non applicazione della ritenuta alla fonte a titolo d’acconto ai sensi dell’articolo 1, comma 67 della Legge n. 190/2014”

“Imposta di bollo assolta sull’originale (o con addebito su F24) nel caso in cui la fattura superi l’importo di €77,47”

Mi conviene passare al Regime Forfettario?

È importante considerare l’effettiva convenienza economica a passare al regime forfettario, la quale non si esaurisce solo nel mero calcolo dell’IRPEF e delle altre imposte sostituite dall’imposta unica al 5% o al 15%.

Infatti vi sono alcune attività che non hanno costi di gestione o hanno costi operativi ridottissimi, che si sposano perfettamente con questo regime.

Al contrario, altre attività, come quelle dei commercianti, difficilmente saranno avvantaggiate da questo regime, per via degli elevati costi di acquisto delle merci da rivendere, rispetto al forfait che portano in deduzione, e per via dell’IVA relativa che, in regime forfettario, sarebbe indetraibile.

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