In questo periodo si preferisce l’ obbligazione sui mercati emergenti
Gli esperti delle case di gestione del risparmio continuano a considerare il mercato obbligazionario irrinunciabile.
business plan

Ancora nessun commento

Gli esperti delle case di gestione del risparmio continuano a considerare il mercato obbligazionario irrinunciabile. Ma quali prospettive per la seconda metà dell’anno? Joe Little, global chief strategist di HSBC Asset Management, non è particolarmente ottimista sulle obbligazioni dei mercati sviluppati. “I titoli di Stato fanno fatica a essere una copertura credibile al ribasso e le valutazioni relative rimangono sfavorevoli. Nel complesso, gli investitori dovranno probabilmente prendere in considerazione coperture alternative per proteggersi da rischi a livello macroeconomico”, argomenta Little. Per quanto riguarda le obbligazioni corporate dei mercati sviluppati, “la compressione degli spread nell’ultimo anno e il probabile tapering della Fed nel 2022 indicano che il rialzo dei rendimenti in questa asset class è limitato”.

Hsbc ha una preferenza strategica per i titoli di stato dei mercati emergenti in valuta locale, “dove rileviamo prospettive di rendimento relativamente elevate”, spiega Little. In particolare, l’esperto ritiene che le obbligazioni in renminbi offrano un buon equilibrio tra vantaggi di carry e diversificazione. “Abbiamo anche una prospettiva favorevole sulle obbligazioni corporate asiatiche, dove gli spread sembrano interessanti rispetto alle controparti dei mercati sviluppati in un contesto di tassi di default relativamente bassi e di tendenze macroeconomiche stabili in tutta l’area”, aggiunge Little, ammonendo tuttavia che l’esposizione agli asset dei mercati emergenti presenta alcune sfide a breve termine, partendo dal contesto macroeconomico relativamente difficile nel 2021 per via di una limitata distribuzione dei vaccini e della stretta monetaria in alcune economie dovuta a un’inflazione superiore al target.

Sull’outlook delle valute emergenti “pesa anche il potenziale di un dollaro più forte, dovuto a un riposizionamento più stringente da parte della Fed o anche a un possibile rallentamento significativo dell’economia cinese. Continuiamo a monitorare attentamente questi rischi”, afferma Little. Nel frattempo, aggiunge, “i mercati del credito asiatici sono esposti all’economia cinese e i tassi di default devono essere seguiti con attenzione in uno scenario caratterizzato da politica monetaria più restrittiva e da sforzi di deleveraging”.

Per Luke Hickmore, gestore obbligazionario di Aberdeen Standard Investments, “i Treasury decennali statunitensi potrebbero avere un rendimento dell’1,8% a fine del 2021, oppure il loro rendimento potrebbe aumentare a causa delle crescenti preoccupazioni sull’inflazione”. Dato che la Federal Reserve (Fed) ha assunto un orientamento hawkish, osserva, il pensiero generale è che i tassi saliranno più velocemente e a livelli più alti del previsto. “Siamo in una posizione davvero insolita al momento, con il rendimento reale dei Tips (Treasury Inflation-Protected Security) decennali al -0,93% quando si dovrebbe invece ottenere un ritorno superiore all’inflazione. Quindi, o l’inflazione deve salire molto perché gli investitori ottengano un ritorno migliore di quello negativo, o il prezzo di quell’obbligazione deve iniziare a diminuire, così che il rendimento possa aumentare. Qualsiasi movimento deciso verso un rendimento pari a zero non sarà positivo per le altre asset class”, aggiunge Hickmore, il quale ritiene che anche il tapering sia un rischio per i rendimenti reali, sebbene “la quantità di liquidità che le banche centrali inietteranno sui mercati rimarrà alta e probabilmente sarà pari ad altri 1.500 miliardi di dollari entro la fine del 2021” e questa volta è improbabile vedere un taper tantrum.

Per Hickson, “con i mercati che si muovono all’interno di un range, ma potenzialmente volatili, manteniamo alti i livelli di liquidità. Ci saranno buone opportunità di comprare sui minimi nei mercati del credito, molto probabilmente nell’high yield. Terremo in primo piano anche le strategie a più alto rendimento e stiamo guardando a opportunità legate all’uscita dal lockdown, come aeroporti e compagnie aeree, navi da crociera e villaggi turistici”.

Il team Investment Research & Advisory di Anima guidato da Fabio Fois indica dinamiche differenti per aree e settori per il secondo semestre. Per quanto riguarda i bond dei mercati sviluppati, “dopo la fase di consolidamento del secondo trimestre, i tassi statunitensi dovrebbero tornare a salire, seppure non in modo disordinato e violento, complici gli sviluppi sul fronte macro, l’approssimarsi della fase di riduzione degli stimoli monetari e le valutazioni disallineate rispetto ai fondamentali. Il repricing in area euro sarà meno pronunciato”.  Negli emergenti, nella seconda metà dell’anno il contesto dovrebbe essere moderatamente più costruttivo: “le prospettive di crescita miglioreranno di pari passo con l’avanzamento delle campagne vaccinali, che dovrebbero lentamente recuperare il terreno perso rispetto ai paesi avanzati. Tuttavia, pressioni inflattive diffuse limiteranno lo spazio di manovra delle banche centrali, che potrebbero essere costrette a sacrificare una quota di crescita per controllare la risalita dei prezzi”, Per gli esperti di Anima resta essenziale valutare il rischio idiosincratico di ogni Paese. Sul fronte corporate, “il miglioramento del quadro macro/fondamentale e la ricerca di rendimento da parte degli investitori potrebbero giustificare un’ulteriore, modesta compressione dei premi al rischio per le fasce di rating più basse. Tuttavia, l’approccio gestionale è caratterizzato da maggiore prudenza e selettività, a fronte di possibili turbolenze legate all’andamento dei tassi governativi e del mercato azionario”.

Suggerisce cautela sull’universo high yield Fraser Lundie, head of Credit per la divisione internazionale di Federated Hermes.  “Nel 2021, grazie al rafforzamento dei fondamentali macro, abbiamo visto gli investitori puntare sulle emissioni a basso rating alla ricerca di rendimenti migliori, ed è stata questa dinamica a guidare il rally del credito CCC che abbiamo notato lo scorso trimestre. Questo rally ha ora portato a prezzi elevati per questa parte del mercato, lasciando agli investitori una scarsa compensazione per l’assunzione del rischio di credito più elevato”, spiega Lundie.

Mentre entriamo nel secondo semestre, aggiunge Lundie, la narrativa del mercato high yield sta cambiando rapidamente da ‘aiuto, l’inflazione sta arrivando’ a ‘aiuto, abbiamo timori sulla crescita’. I Treasury Usa hanno registrato un rally significativo nelle ultime settimane dopo la diffusione di dati macro più deboli. Fondamentalmente, c’è una crescente preoccupazione sul fatto che i tassi di vaccinazione non possano compensare la diffusione della variante delta, smorzando l’ottimismo sulla crescita economica che ha dominato fino a poco tempo fa”, spiega l’esperto.

 Tutto questo, aggiunge Lundie, sta iniziando a manifestarsi nei dati economici, con i PMI dei servizi globali in calo, a seguito di un rallentamento dei PMI manifatturieri. “Se questa tendenza dovesse continuare, ci aspetteremmo di vedere qualche sottoperformance dai segmenti di mercato di qualità inferiore, in particolare quelli che sono operativamente esposti alle riaperture. Ma le aspettative sui tassi di default potrebbero aver toccato il fondo a questo punto”, dichiara Lundie.

Facebook
Twitter
LinkedIn
Pinterest
Reddit
Tumblr
Telegram
WhatsApp
Print
Email

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

ALTRI ARTICOLI