Procedure farraginose nelle quali si incagliano i soldi che ogni anno la Camera di commercio assegna con un bando pubblico.
Loro, i Confidi, funzionano da intermediari, e nei mesi scorsi una lettera anonima aveva sollevato più di un sospetto sulle giacenze bancarie, ritenute anomale, di alcuni consorzi. L’accusa, neanche tanto velata, era che qualcuno tenesse i fondi dell’ente camerale in banca anziché destinarli alle imprese associate o darli indietro. Di sicuro una volta attivati i controlli sono partite diverse liquidazioni di pagamento rimaste in stallo per mesi.
La Camera di commercio, che ogni anno mette a disposizione con bando pubblico 800.000 euro per le imprese, ha avviato un accertamento con ispezioni a campione (10-15 per cento) sulle pratiche dei cinque confidi e i rispettivi associati spulciando anche la contabilità legata al flusso di liquidità. Le verifiche non sono concluse. Dopo i fari accesi sul 2011 e il 2012, nei prossimi mesi partiranno i controlli sulle erogazione del 2013. Carenze gestionali. Nella sua relazione all’ente camerale il segretario generale Cristina Martelli, ha escluso violazioni di carattere penale, evidenziando, però, «carenze nella gestione formale delle procedure (completezza delle rendicontazioni, annulli sulle fatture rendicontate, comunicazioni alle imprese del contributo concesso, evidenze circa la certificazione delle ritenute Irpef). Di questo si chiederanno chiarimenti e comunque il rispetto puntuale dei disciplinari e delle convenzioni».
Circa l’utilizzo dei fondi, le verifiche a campione hanno fatto registrare, complessivamente, due casi di mancati trasferimenti delle risorse dal Confidi all’impresa; in uno di questi, per cessazione dell’impresa. In alcuni casi, il trasferimento è avvenuto in misura inferiore con percentuali, riconducibili a circa il 10-20%, «che si ipotizzano riconducibili a commissioni/spese» chiosa la dirigente. Verifiche dal 2009 al 2013. Dopo questa prima serie di controlli, è stata pretesa la rendicontazione di tutti i trasferimenti operati dai Confidi sugli anni 2009-2013 richiedendo al contempo la restituzione di quanto eventualmente non trasferito alle imprese e non già restituito alla Camera.
Scrive la dirigente dell’ente camerale: «In attuazione delle nuove norme sulla trasparenza, si informa il consiglio che da quest’anno il responsabile del procedimento procederà a inviare contestualmente alla liquidazione delle risorse ai Confidi, una propria comunicazione alle imprese beneficiarie dell’importo del contributo ad esse concesso, che dovrà altresì essere pubblicato sul sito istituzionale dell’ente». Un’iniziativa chiara e veloce per informare le ditte dei soldi concessi in modo da “pressare” i consorzi nel caso in cui dovessero dimenticare per troppo tempo i fondi in banca.