In UnipolSai rotte le trattative sulle uscite

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La rottura delle trattative tra UnipolSai e i sindacati sull’accordo di fusione, proprio quando le parti sembravano a un passo dall’accordo, tiene aperto un capitolo spinoso in uno dei principali gruppi assicurativi. L’altra sera l’azienda ha consegnato ai rappresentanti dei lavoratori una lettera in cui giudica concluso il confronto e si ritiene «libera di assumere le iniziative del caso». Le iniziative del caso, quelle che fanno sobbalzare il sindacato, riguardano soprattutto 321 lavoratori che sarebbero dovuti uscire, secondo quanto concordato a dicembre 2013 da azienda e sindacati. Ma ad oggi sono ancora in azienda. E Unipolsai esige che le uscite, a questo punto, diventino obbligatorie. Tra i 321 in questione, però, ci sarebbe un numero elevato – una sessantina – di sindacalisti, anche con ruoli dirigenziali e questo creerebbe conflitti di interessi. Certamente non favorisce lo slancio all’uscita di chi ha i requisiti per il pensionamento e per il prepensionamento con il Fondo di sostegno al reddito.
La trattativa è a un livello avanzato, ma «una cosa è stabilire nuove leve di attrattività e un’altra è andare su un regime di obbligatorietà delle uscite», osserva Marino D’Angelo, segretario generale della Snfia. Molto più duro Massimo Masi della Uilca: «Irresponsabile questo atteggiamento da parte di UnipolSai che apre problemi complicati nel settore sia per il rinnovo del ccnl che per le prossime richieste, in arrivo da Allianz, circa l’attivazione del Fondo esuberi. Un buon accordo equilibrato avrebbe rappresentato un riferimento importante per il settore alle prese, per la prima volta, con il Fondo per il sostegno al reddito». L’azienda interpellata sulle dichiarazioni di Massimo Masi risponde: «Masi chi? Le relazioni industriali sono una cosa seria e l’azienda non commenta esternazioni di singoli in libertà».
I sindacati, in un comunicato unitario fanno comunque sapere che ritengono «inaccettabile che l’impresa si sia sottratta al confronto proprio nella fase decisiva, che vedeva posizioni sindacali unitarie che potevano trovare sintesi condivise» su una serie di temi, come per esempio, «la garanzia di applicazione del contratto Ania, la valorizzazione e occupazione nelle diverse sedi del gruppo, la gestione condivisa della riorganizzazione, la gestione sostenibile delle uscite, la contrattazione integrativa, le stabilizzazioni ed internalizzazioni (circa 150, ndr), lo sviluppo occupazionale del gruppo».

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