La CMC di Ravenna ha richiesto l’ammissione alla procedura di concordato preventivo “con riserva”

prestiti ristrutturazione lavori edili subappaltoLa richiesta sarà depositata il prossimo 4 dicembre presso il Tribunale di Ravenna, tentativo in extremis di risanare le casse sociali ed evitare il fallimento, per un’azienda attiva in 40 Paesi che conta oltre 7 mila dipendenti.

 

Due dipendenti della Cmc, inoltre, secondo fonti, sarebbero bloccati all’estero e con passaporto ritirato per i debiti dell’azienda.

 

Non è la prima e, purtroppo, molto probabilmente non sarà l’ultima crisi di un settore in ginocchio.

La società scomunica che “nell’attuale frangente di tensione finanziaria di cassa, l’accesso al concordato rappresenta il percorso più efficace per porre in sicurezza il patrimonio della società e tutelare, in tal modo, tutti i portatori di interessi”.

 

Quali ora gli scenari possibili?

 

Fonti vicine alla società chiariscono che la situazione è sotto controllo, e che c’è lo spazio di manovra per definire nel corso dei prossimi mesi – la legge lascia fino a sei mesi di tempo – una soluzione non traumatica insieme ai propri advisor finanziari, Mediobanca e lo studio Trombone.

 

Oltre a un possibile aumento di capitale a carico della galassia Legacoop, sul tavolo ci sarebbe anche opzioni più forti: una rinegoziazione del debito, cessioni e altre operazioni straordinarie fino alla potenziale fusione con altri operatori.

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