Gli impiegati pubblici cinesi, che potrebbero essere colpiti dal divieto di Pechino all’utilizzo dell’ Iphone, sono circa 56 milioni. “Le voci su un ordine del genere circolano da un po’”, ha scritto su Sinocism, una delle più influenti newsletter sulla Cina del giornalista Bill Bishop, e smentiscono le aspettative di Apple di poter “navigare” nella guerra commerciale tra Washington e Pechino: la verità è che un divieto di acquistare iPhone imposto a 56 milioni di persone potrebbe essere un problema per l’azienda fondata da Steve Jobs, che sta per lanciare il suo smartphone numero 15. Sembra quasi una ritorsione, quella cinese, per il divieto da parte dell’America – e di gran parte dei paesi occidentali – imposto ai dipendenti pubblici di scaricare l’applicazione cinese TikTok su smartphone e tablet legati alle attività lavorative. Quel divieto ha ragionevoli motivazioni: l’azienda che possiede TikTok, la cinese Bytedance, è stata spesso accusata di avere una gestione controversa dei dati degli utenti, e di essere costretta a rispettare le vaghe regole sulla sicurezza nazionale cinese, quindi anche di condivisione dei dati con le autorità cinesi. Dietro invece all’ennesima stretta della Cina su un’azienda occidentale non può esserci una motivazione di sicurezza – i dispositivi Apple sono riconosciuti come tra i più sicuri al mondo – ma c’è molto di più: l’economia cinese è in rallentamento e lo è ancora di più se si guarda ai dati sui consumi interni, a cui Pechino affidava la ripresa post-Covid.
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