La tua startup sta avendo subito un successo strepitoso? Preoccupati!
SConself,srl,conshelf,,cfd,milano,ingegneria,gestionale,biomedica

Ancora nessun commento

Accendi il motore, nemmeno hai tempo di “scaldare la macchina” che, davanti, ti si spalanca subito una strada libera, in discesa, perfetta, che sembra portarti lontano. Ecco, se sei su un’auto targata “startup”, preoccupati. Rallenta. E rifletti. Non sempre, non necessariamente, una startup può e deve avere subito successo. Anzi, cavalcare troppo l’euforia iniziale, senza tenere bene sotto controllo il cruscotto, potrebbe risultare un errore. Meglio procedere a piccoli passi, fermandosi ai box quando necessario, svoltando, quando lo consigliano i clienti e il mercato.

 

Lo spiegano 14 founders che hanno fatto la storia, fin qui, del web in Italia. Creando le imprese digitali che hanno scandito 20 anni di www nel nostro Paese. I loro consigli sono racchiusi in “Startup di successo che hanno fatto il web in Italia”, scritto da Massimiliano Squillace, fondatore di Nextone Media, e griffato Dario Flaccovio Editore.

Una startup deve avere successo subito?

Meglio capire che si sta andando sulla strada sbagliata o insistere fino al successo?

 

Questa la domanda che Squillace ha posto ai suoi interlocutori, tra le tante altre che raccontano le loro straordinarie storie imprenditoriali dalla prima “scintilla” in cameretta fino alle redini di aziende multimilionarie.

Ecco alcune delle dritte che si scovano nel volume.

 

“Non è detto – spiega Paolo Ainio di Virgilio e Banzai -. Ho visto tante volte imprese che sono partite per fare una cosa, poi hanno cambiato strada, trovandone una magari anche migliore. È ovvio che insistere, insistere, insistere a un certo punto è peggio”.

 

“Una startup non deve avere successo subito – dice Daniele Alberti di Bakeca -. Se vediamo esempi di grandi successi scopriamo che molti di questi ci hanno messo anni prima di ottenere la validazione del mercato. Ad esempio AirBnb ci ha messo due anni”.

 

“L’idea che si ha in partenza al 99% viene poi cambiata nello sviluppo! – assicura Luca Ascani di Populis – Bisogna seguire il comportamento degli utenti/clienti e adattarsi a ciò che loro vogliono e come la usano. L’esempio di Instagram è da manuale”.

 

“Insistere se ci sono i presupposti – sentenzia Paolo Barberis di Dada e Nanabianca -, cambiare se non ci sono più. Per comprendere la strada che si sta percorrendo è necessario misurarsi continuamente su parametri corretti”.

 

“La startup deve subito produrre qualcosa che funzioni, e che la gente usi – spiega Fabio Cannavale di Lastminute.com e Volagratis -. Poi magari una cosa può funzionare ma non fare soldi, ma questo è un altro discorso”.

“E’ impossibile avere successo subito, non succede mai! – è il parere di Fabrizio Capobianco di Funambol – Si va sempre sulla strada sbagliata, si prova, e si insiste fino al successo. Il problema grosso è essere capaci di bilanciare l’ottimismo e il realismo. Se uno è troppo realista, non parte mai perchè le probabilità di farcela sono 0,0000001. Però se uno è troppo ottimista, si brucia, quindi bisogna essere un po’ ottimisti, un po’ realisti”.

 

“Quasi tutte le società sono passate attraverso momenti difficili”, sintetizza Mauro Del Rio di Buongiorno e BVentures.

 

“Non ho mai visto il successo subito – dice Gianluca Dettori di Vitaminic e dPixel -. Bisogna perseverare, la strada sarà difficile, lunga e accidentata, questa è l’unica certezza. Questo non significa inseguire testardamente percorsi senza via d’uscita. C’è anche il momento giusto per decidere di smettere”.

 

“Va messo subito in campo quello che in gergo si chiama MPV – sostiene Andrea Febbraio di Ebuzzing -, la più piccola unità di prodotto possibile per testare la reazione di mercato, misurare tutto e inserire dei correttivi. Il mercato è l’arbitro ultimo. In ogni caso, tutte le startup di successo prima o poi fanno un ‘pivot’, o cambio di strategia/prodotto/mercato, è il team a fare la differenza”.

 

“E’ una domanda da un milione di dollari – sottolinea Alessandro Fracassi di Mutuionline e Segugio.it -. Credo si debba avere la disciplina di fissarsi degli obiettivi temporali o finanziari, e stabilire che, se poi questi obiettivi non sono stati raggiunti, è meglio smettere, cambiare, o rivedersi”.

 

“E’ molto difficile che una startup abbia successo da subito – è il giudizio di Dragan Jankovic di Tuttogratis – ma si deve altrettanto stabilire un tempo limite per valutare se possa avere futuro o no. Avere la capacità e il coraggio di ammettere che il tuo progetto non ha futuro è un grande pregio, e non un difetto, per qualsiasi imprenditore”.

 

“In genere un orizzonte temporale secondo me è di tre anni – sostiene Luca Lani di Studenti.it e CityNews -. Invece la monetizzazione e la parte del business hanno bisogno di un pochino più di tempo”.

 

“Successo subito? Ma magari… – esclama Nino Ragosta di Fantagazzetta -. Io sono dell’idea che anche se si è convinti che il proprio progetto sia il più figo del mondo, prima o poi ci si rende conto da soli se questa idea è condivisa o è solo una infatuazione personale”.

Facebook
Twitter
LinkedIn
Pinterest
Reddit
Tumblr
Telegram
WhatsApp
Print
Email

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

ALTRI ARTICOLI