La vendemmia 2017 si classifica tra le più scarse dal dopoguerra ad oggi
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A causa dell’effetto del clima anomalo, si dovrà dunque dire addio ad una bottiglia di vino Made in Italy su quattro. Secondo Coldiretti, dopo tre mesi di raccolta delle uve, dal punto di vista qualitativo si stima che circa 40 milioni di ettolitri di produzione sia stata destinata per oltre il 40% ai 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc) e ai 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg).

Un altro 30% della produzione è stato destinato ai 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30% a vini da tavola.

In realtà, la vendemmia è stata difficile in tutta Europa dove si stima una produzione in 145 milioni di ettolitri, inferiore del 14% rispetto allo scorso anno, a causa principalmente, degli eventi climatici estremi e del cambiamento climatico. Se l’Italia si conferma leader nella produzione nonostante le difficoltà del raccolto, in Francia sarà raggiunto un minimo storico di 37 milioni di ettolitri, vale a dire una riduzione del 18% sui livelli dell’anno scorso mentre in Spagna si prevede una produzione di 36 milioni di ettolitri, vale a dire una riduzione del 20% rispetto ai livelli dell’anno scorso ed il Portogallo, in controtendenza, vi è stato un aumento stimato del 10% sui livelli dell’anno scorso.

Se la produzione stenta, il consumo mondiale nel 2017 invece aumenta e raggiunge, secondo la Coldiretti, i 243,2 milioni di ettolitri, punto medio in una forchetta che va da 240,5 a 245,8 milioni di ettolitri prevista dall’Organizzazione internazionale della vigna e del vino.

Tra le novità di quest’anno si registra uno storico ritorno del vino sulle tavole degli italiani con un aumento record degli acquisti delle famiglie trainato dai vini Doc (+5%), dalle Igt (+4%) e degli spumanti (+6%).

Oltre che sulle tavole tricolori, il vino italiano trionfa anche all’estero dove ha messo a segno un nuovo record storico delle esportazioni, con un aumento dell’8% rispetto allo scorso anno quando avevano raggiunto su base annuale i 5,6 miliardi di euro, la prima voce dell’export agroalimentare nazionale, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Istat relativi ai primi sette mesi del 2017.

A spingere la domanda oltre confine sono state soprattutto le vendite di spumante che con un balzo del 15% in molti casi sfidano ormai alla pari lo champagne.

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