Le bollette elettriche di Enel includeranno i costi aggiuntivi per le licenze.
In alcune risposte inviate agli investitori in vista dell’assemblea annuale degli azionisti del 22 maggio, Enel, il maggior fornitore di energia elettrica in Italia, ha detto che le bollette della luce includeranno i costi aggiuntivi per garantire l’estensione delle licenze, come da prassi nel settore delle concessioni. 

In alcune risposte inviate agli investitori in vista dell’assemblea annuale degli azionisti del 22 maggio, Enel, il maggior fornitore di energia elettrica in Italia, ha detto che le bollette della luce includeranno i costi aggiuntivi per garantire l’estensione delle licenze, come da prassi nel settore delle concessioni. 

Lo scorso anno il governo ha prorogato le licenze di distribuzione dell’elettricità, che dovevano scadere nel 2030, fino a 20 anni in più, ma in cambio ha chiesto alle utility di effettuare un pagamento una tantum allo Stato e di presentare piani di investimento aggiuntivi per l’ammodernamento della rete. L’esecutivo ha anche affermato che potrebbe utilizzare parte dei proventi versati dalle utility per ridurre il costo delle bollette energetiche, ma finora non è stata intrapresa alcuna azione in tal senso.

In arrivo costi extra nelle bollette elettriche

Enel ha dichiarato che sia il pagamento una tantum sia gli investimenti aggiuntivi nella rete verranno entrambi inclusi nelle bollette energetiche domestiche. Il governo non ha ancora indicato esattamente quando imporrà il pagamento una tantum. Lo scorso anno, il prezzo medio dell’elettricità in Italia ha raggiunto i 109 euro per megawattora, quasi il doppio rispetto alla Francia, spingendo i clienti a chiedere interventi per ridurre le bollette. 

I funzionari del governo sono in trattativa con le utility per finalizzare i loro piani di investimento e negoziare i pagamenti una tantum. A marzo, l’autorità italiana per l’energia e l’ambiente, l’Arera, ha dichiarato che i pagamenti e i piani di investimento richiesti alle utility avrebbero aumentato la loro Rab, garantendo loro un rendimento annuo del 6,5%. Enel è il principale operatore italiano nella distribuzione di energia elettrica, mentre le utility come Acea e A2A gestiscono segmenti più piccoli della rete. 

Più tempo per decidere il futuro della centrale di Almaraz in Spagna

All’estero, invece, mentre il blackout in Spagna del 28 aprile scorso ha riaperto il dibattito sulle centrali nucleari, ci vorrà più tempo per decidere il futuro di quella di Almaraz. Infatti, secondo il quotidiano Expansion, Iberdrola, la controllata spagnola di Enel, Endesa, e Naturgy, i tre proprietari della centrale nucleare nella città dell’Estremadura, hanno rinviato alla prima metà di giugno l’importante riunione prevista per oggi, 20 maggio, per determinare il futuro dell’impianto.

La centrale di Almaraz è composta da due reattori: Almaraz I e Almaraz II. Almaraz I è il primo dei sette reattori attualmente operativi in Spagna a dover affrontare la chiusura, secondo il calendario negoziato tra le compagnie elettriche e il governo nel 2019, prevista per novembre 2027. Almaraz II è programmato per essere disattivato l’anno successivo, nell’ottobre 2028. 

Sia che vogliano chiudere Almaraz, sia che intendano prolungarne l’operatività oltre le date previste, le società elettriche devono comunicarlo al governo e richiedere l’autorizzazione. Cosa che non hanno ancora fatto. Iberdrola, Endesa e Naturgy stanno chiedendo al governo e alle autorità regionali riduzioni fiscali per chiarire la sostenibilità economica degli impianti. Tuttavia, non hanno ancora deciso per quanto tempo richiedere l’estensione della vita operativa delle centrali. Naturalmente più lungo è il periodo richiesto, maggiore sarà l’investimento necessario.

In particolare, secondo il quotidiano Expansion, Iberdrola, che detiene la quota di maggioranza nella centrale, sarebbe favorevole a un’estensione di dieci anni, la durata solita delle licenze nel settore. Endesa non si è opposta, ma desidera che qualsiasi piano negoziato per Almaraz, dove non ha la maggioranza, venga esteso anche alle centrali catalane di Ascó e Vandellós dove, invece, detiene la quota di maggioranza e la cui chiusura seguirà quella di Almaraz a partire dal 2030. 

Per altro, il governo socialista anti-nucleare di Pedro Sánchez ha osservato come altri Paesi che avevano intrapreso la stessa strada, ad esempio la Germania, stanno iniziando a fare marcia indietro, poiché l’energia nucleare è tornata a essere vista come un modo per diversificare e rafforzare il mix energetico. Il governo è altresì consapevole che, date la struttura di generazione elettrica in Spagna e i ritardi nello sviluppo delle rinnovabili e delle batterie in alcune regioni come la Catalogna, la chiusura di alcune centrali nucleari potrebbe destabilizzare il sistema.

«Il legittimo dibattito politico in Spagna sulle cause dei blackout (oggi, 20 maggio, sono saltate le linee telefoniche fisse e i numeri di emergenza del 112, sembrerebbe per un guasto, ndr) è destinato a intensificarsi, in quanto si inserisce in una discussione molto accesa, anche nel resto d’Europa, sulla necessità di rafforzare le reti di trasmissione e distribuzione dell’elettricità. Questo avviene in un contesto di maggior volatilità, dovuto all’introduzione di una quantità significativa di nuove energie rinnovabili nel sistema, unitamente a un previsto aumento della domanda legato al processo in corso di elettrificazione», commentano gli analisti di Mediobanca Research, ribadendo la loro convinzione che il grave episodio del 28 aprile scorso evidenzi la necessità di prolungare la vita utile della generazione di base critica (nucleare), di introdurre pagamenti per la capacità a favore delle tecnologie di back-up (come i cicli combinati a gas), e di prevedere nuovi incentivi per lo sviluppo di sistemi di accumulo a batteria su larga scala.

Hsbc alza dividendo e target price

Mediobanca Research ha un rating outperform e un target price a 8,20 euro sul titolo Enel (+1,15% a 8,106 euro in borsa), prezzo obiettivo che Hsbc ha alzato da a 8,10 a 8,80 euro (rating buy). «Con i risultati del primo trimestre del 2025, l’amministratore delegato, Flavio Cattaneo, ha ribadito che la società valuterà acquisizioni di piccole o medie dimensioni che siano accrescitive e che intende proporre un programma di riacquisto di azioni proprie all’assemblea del 22 maggio. Stimiamo buyback annuali per 1 miliardo di euro nel periodo 2025-2030 e un payout ratio per il dividendo all’80% nel 2027, superiore alla guidance della società, il che implica un dividendo di 0,58 euro (0,48 e 0,53 euro a valere sui bilanci 2025 e 2026, ndr) e un rendimento da dividendo pari al 7,3%. Ci aspettiamo una crescita moderata dell’utile netto (è stimato a 6,85 miliardi nel 2025 e a 7,06 miliardi nel 2026, ndr), in linea con la guidance del gruppo», si legge nella nota di Hsbc.

Le reti continuano a crescere su base normalizzata grazie agli investimenti e alle revisioni tariffarie, mentre Hsbc prevede un ebitda integrato stabile dopo i forti venti favorevoli sui prezzi degli ultimi tre anni. Al contempo, idroelettrico e retail mostrano margini resilienti e strutturalmente più elevati rispetto a tre anni fa. «Con i riacquisti di azioni proprie e payout più alti, prevediamo un tasso medio annuo di crescita dell’utile per azione e del dividendo nel periodo 2025-2027, rispettivamente, del 4% e del 10%», conclude Hsbc.

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