Le imprese agroalimentari potranno beneficiare del credito d’imposta del 40%
Il credito d'imposta per le aziende agroalimentari, nella misura del 40%, è stato inserito nella Legge di Bilancio 2021 ed è previsto per i periodi di imposta dal 2021 al 2023: via libera, dunque alla costruzione di nuovi siti, e-commerce, sistemi informatici che permettano un più semplice accesso al mercato internazionale, anche attraverso portali e gestionali.
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Il credito d’imposta per le aziende agroalimentari, nella misura del 40%, è stato inserito nella Legge di Bilancio 2021 ed è previsto per i periodi di imposta dal 2021 al 2023: via libera, dunque alla costruzione di nuovi siti, e-commerce, sistemi informatici che permettano un più semplice accesso al mercato internazionale, anche attraverso portali e gestionali.

L’articolo 1, comma 131, L. 178/2020 prevede il sostegno del made in Italy, alle reti di imprese agricole e agroalimentari anche costituite in forma cooperativa o riunite in consorzi o parte delle strade del vino.

I fondi messi a disposizione ammontano a 5 milioni di euro annuali per il triennio 2021-2023 e hanno con il preciso obiettivo di “migliorare le potenzialità di vendita a distanza a clienti finali residenti fuori del territorio nazionale, per la creazione, ove occorra, di depositi fiscali virtuali nei Paesi esteri, gestiti dagli organismi associativi, per favorire la stipula di accordi con gli spedizionieri doganali, anche ai fini dell’assolvimento degli oneri fiscali, e per le attività e i progetti legati all’incremento delle esportazioni“.

Vale tuttavia la pena di considerare, come affermano alcuni, che “la commercializzazione online può rappresentare, soprattutto nei settori dove i prodotti sono soggetti ad accise, un’arma a doppio taglioin quanto, se è vero che con un click si raggiungono potenziali clienti in tutto il mondo, è possibile che vi siano implicazioni, da un punto di vista fiscale, che comportano aggravi economici in capo alle aziende venditrici che potrebbero rendere l’operazione non così vantaggiosa“.

L’articolo 1, comma 131, L. 178/2020 prevede il sostegno del made in Italy, alle reti di imprese agricole e agroalimentari anche costituite in forma cooperativa o riunite in consorzi o parte delle strade del vino.

I fondi messi a disposizione ammontano a 5 milioni di euro annuali per il triennio 2021-2023 e hanno con il preciso obiettivo di “migliorare le potenzialità di vendita a distanza a clienti finali residenti fuori del territorio nazionale, per la creazione, ove occorra, di depositi fiscali virtuali nei Paesi esteri, gestiti dagli organismi associativi, per favorire la stipula di accordi con gli spedizionieri doganali, anche ai fini dell’assolvimento degli oneri fiscali, e per le attività e i progetti legati all’incremento delle esportazioni“.

Vale tuttavia la pena di considerare, come affermano alcuni, che “la commercializzazione online può rappresentare, soprattutto nei settori dove i prodotti sono soggetti ad accise, un’arma a doppio taglioin quanto, se è vero che con un click si raggiungono potenziali clienti in tutto il mondo, è possibile che vi siano implicazioni, da un punto di vista fiscale, che comportano aggravi economici in capo alle aziende venditrici che potrebbero rendere l’operazione non così vantaggiosa“.

stefano.melia@legalmail.it

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