Le imprese chiedono più credito

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Dopo nove mesi è tornata in rosso, a dicembre, la domanda di credito delle imprese italiane al sistema bancario ma il -3% dell’ultimo mese dell’anno non è bastato a portare in negativo il dato complessivo del 2012. Secondo il barometro Crif l’anno scorso le richieste di finanziamento delle imprese sono cresciute dell’1,8% rispetto al 2011. Si tratta di un incremento superiore, anche se di poco, a quelli registrati nei due anni precedenti. Il 2012 era iniziato sotto i peggiori auspici per il credito alle imprese, con lo spread alle stelle e in clima da credit crunch. Tanto che a gennaio era stato registrato il punto più basso degli ultimi quattro anni (-11%).
Risalendo nella serie storica bisogna tornare al 2009 per trovare ritmi di crescita della domanda di credito superiori al 15 per cento.
«Si tratta di una dinamica strettamente riconducibile all’estrema fragilità del quadro congiunturale complessivo – afferma Simone Capecchi, direttore sales & marketing di Crif commentando i dati del 2012 – segnato dalla grande debolezza della domanda interna e dalle prospettive incerte di ripresa dell’economia».
Tuttavia l’indicatore elaborato da Crif sulla base di 8 milioni di posizioni creditizie attribuite ad utenti bussiness, rappresenta un termometro importante del livello di fiducia delle imprese. «Malgrado lo scenario difficile – è la deduzione di Capecchi – le imprese italiane non hanno smesso di rivolgersi agli istituti bancari, manifestando l’esigenza del ricorso al credito, anche se plausibilmente più per gestire l’attività corrente che per finanziare nuovi investimenti».
Altro dato interessante che emerge dall’analisi del Crif è lo spostamento delle domande di prestiti verso gli importi più elevati.
Scomponendo i dati dell’analisi su base regionale, viene fuori un quadro molto disomogeneo con dinamiche locali di difficile interpretazione, come il +17% della Sardegna che si confronta con il +1% della Lombardia e il -1% del Piemonte. Più comprensibile può sembrare il +11% dell’Emilia Romagna dove la necessità di riavviare la produzione dopo il terremoto può aver spinto la domanda di credito. Incrementi compresi tra l’8 e il 10% per Basilicata, Umbria, Abruzzo, Veneto e Liguria. Segno negativo, invece, per Lazio (-4%), Fiuli Venezia Giulia (-2%) e Sicilia (-1%).
La crescita, sia pure modesta, del ricorso al credito da parte delle imprese si confronta con il calo delle erogazioni effettive concesse dalle banche. L’ultimo dato disponibile pubblicato a dicembre dalla Banca d’Italia (si veda Il Sole 24 Ore dell’11 dicembre) dava conto del sesto calo consecutivo degli impieghi bancari (qui si parla di importi e non di numero di domande) pari al 2,9% rispetto a ottobre 2011. Meno pesante appare la situazione per le famiglie per le quali sempre a ottobre il calo era stato contenuto nello 0,1% ma era il primo segno negativo dopo 13 mesi di crescita.
Il confronto tra domanda e offerta di credito, dunque, smonta uno degli argomenti utilizzati dal sistema bancario (per la verità più in passato che oggi) per giustificare la forte riduzione dei prestiti all’economia reale.

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