Nei giorni scorsi la tempesta Boris aveva già causato grosse inondazioni e la morte di una ventina di persone nell’Europa centrale.
Nella notte tra mercoledì e giovedì ha creato disagi soprattutto nel bolognese e in provincia di Ravenna, dove ci sono centinaia di persone sfollate. La presidente regionale Irene Priolo ha detto che la quantità di pioggia caduta nelle ultime ore è paragonabile e in alcuni casi superiore a quella delle gravi alluvioni del maggio del 2023.
Tra i comuni coinvolti ci sono Faenza e Castel Bolognese, che avevano già subìto gravi danni a causa delle inondazioni dell’anno scorso.
A Faenza è straripato il fiume Lamone, che ha allagato alcune campagne a sud della città, mentre il sindaco Massimo Isola ha detto che il torrente Marzeno ha causato inondazioni e disagi nella zona intorno a via Cimatti, sempre a sud-est: nella zona l’acqua alta è arrivata a «un metro e mezzo-due», ha detto Isola, e una decina di persone ha lasciato la propria abitazione con l’aiuto dei vigili del fuoco. Giovedì mattina sono cominciati gli interventi della Protezione Civile sia nelle zone dove si sono verificate criticità nel sistema fognario, sia in quelle allagate dall’esondazione del Marzeno; il Comune invece sta coordinando lo svuotamento di cantine e altri locali riempiti da acqua e fango.
«Siamo molto distanti dall’evento impattante dell’anno scorso» perché in città il Lamone «non ha creato problemi», pur avendo continuato a riempirsi a valle, ha detto giovedì mattina Priolo. A Castel Bolognese, a pochi chilometri da lì, è straripato il Senio, provocando inondazioni che si stanno avvicinando al centro.
Il Comune di Lugo, che nel 2023 era stata una delle località più colpite dalle alluvioni, ha fatto sapere che una rottura nell’argine del Senio rischia di causare inondazioni e disagi in diverse aree del comune: per questo giovedì mattina è stata ordinata l’evacuazione di tutte le abitazioni del territorio con il solo piano terra, mentre al resto della popolazione è stato raccomandato di portarsi ai piani alti, con beni di prima necessità, cellulare e caricabatterie. Sempre a causa dell’esondazione del Senio ci sono stati allagamenti anche a Bagnacavallo.
Al momento non risultano feriti o dispersi, ma in tutta la regione ci sono oltre mille sfollati, che hanno passato la notte nei centri di accoglienza predisposti dai vari Comuni: la prefettura di Ravenna ha comunicato che in provincia sono state evacuate circa 800 persone, tra cui 130 a Brisighella, dove ci sono state frane su varie strade. «Non ci avviciniamo assolutamente ai numeri dello scorso anno», ha comunque commentato Priolo, ricordando che durante le alluvioni del 2023 erano stati circa 45mila.
Le forti piogge hanno creato disagi anche nelle province di Bologna, Forlì-Cesena e Rimini. Mercoledì sera il Comune di Bologna aveva disposto l’evacuazione di diversi edifici a causa dell’innalzamento delle acque del torrente Savena, che scorre nella parte orientale della città, e nella notte è stata diffusa un’allerta anche per il livello delle acque del Ravone, che attraversa il centro. Nel bolognese ci sono state varie frane e hanno dovuto lasciare le loro case 165 persone, 120 delle quali a Budrio. Altre decine di persone sono state evacuate a Loiano, Fontanelice, Molinella, Monterenzio, Imola, Castel Maggiore e Castel San Pietro Terme. In tutta la provincia sono in corso interventi dei vigili del fuoco per gestire gli edifici allagati e rimuovere gli alberi caduti.
A Rimini le mareggiate hanno allagato alcuni stabilimenti balneari, mentre a Forlì sono state evacuate 14 persone che erano ospiti in una RSA. A Modigliana, in provincia di Forlì-Cesena, diversi edifici sono stati allagati a causa dell’esondazione del torrente Tramazzo, che passa attraverso il centro storico: in base alle prime misurazioni il livello delle acque del fiume ha superato quello registrato durante le alluvioni del maggio del 2023.
In tutta la provincia di Bologna ci sono strade e ponti chiusi o percorribili con limitazioni, come anche in altre zone della regione. A causa del maltempo la circolazione ferroviaria è sospesa tra Forlì e Faenza, tra Ravenna e Castel Bolognese, tra Ravenna e Ferrara, tra Ravenna e Faenza, e tra Varano e Loreto (che si trovano nelle Marche): diversi treni ad alta velocità sono stati cancellati oppure hanno subìto modifiche al percorso.
In seguito all’allerta rossa Priolo aveva disposto per giovedì la chiusura delle scuole nelle province di Bologna, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. In alcuni videocondivisi su Facebook nella notte, Priolo aveva parlato di una situazione «molto complessa» per quanto riguarda i bacini dell’Idice e del Sillaro nel bolognese, del Senio e del Lamone nel ravennate e del Montone, nel forlivese, citando tra le situazioni più critiche quelle a Castrocaro e a Modigliana, in provincia di Forlì-Cesena, dove il sindaco Jader Dardi ha detto che la situazione rischia di essere ancora più grave rispetto a quella del 2023.
In vista delle piogge intense attese per mercoledì e giovedì, sono state mobilitate trenta squadre della Protezione Civile provenienti da Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Toscana e dalla Provincia autonoma di Trento. Nelle prossime ore la situazione dovrebbe migliorare, ma nel frattempo sindaci e autorità locali hanno chiesto alle persone di restare ai piani alti delle case, evitare gli spostamenti non necessari e, quando possibile, ricorrere allo smart working. Per giovedì è ancora prevista l’allerta rossa per i rischi collegati alle piogge intense per tutta la Romagna e per buona parte del bolognese, mentre è in vigore quella arancione per altre aree dell’Emilia-Romagna e delle Marche, dove è esondato il torrente Arzilla, nel pesarese, e sono stati segnalati alcuni allagamenti ad Ancona.