L’ECONOMIA DELLA CALABRIA

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Nel 2012 l’attività economica della Calabria ha subito un forte calo in tutti i principali settori. Secondo le stime di Prometeia, il PIL sarebbe diminuito del 3,0 per cento, in misura superiore al Mezzogiorno e all’Italia.
In base alle indagini della Banca d’Italia su un campione di imprese calabresi dell’industria in senso stretto, si è avuto un calo del fatturato; le attese degli imprendi-tori prefigurerebbero, tuttavia, una stabilizzazione per il 2013. Il grado di utilizzo de-gli impianti è tornato sui livelli minimi del 2009; il calo della domanda e l’inasprimento delle condizioni di finanziamento hanno determinato una riduzione degli investimenti da parte delle imprese.
Le esportazioni di merci della regione hanno ristagnato, dopo il recupero dell’anno precedente. Tra i principali comparti di specializzazione, hanno tenuto le vendite all’estero dell’agroalimentare, mentre si sono drasticamente ridotte quelle del settore chimico.
Si è accentuata la crisi del settore delle costruzioni in atto dal 2007, cui ha contribuito il forte calo delle compravendite nell’edilizia residenziale.
Il settore dei servizi ha risentito della diminuzione della domanda interna. I dati sui consumi di beni durevoli e sul reddito disponibile indicano un’accentuazione del calo già registrato nel 2011; è diminuita anche la spesa dei turisti provenienti dall’estero.
Dopo la breve inversione di tendenza verificatasi nel 2011, l’occupazione in Calabria è tornata a contrarsi, con un calo sensibilmente più marcato di quello osservato nel Mezzogiorno e in Italia. La riduzione ha interessato nel 2012 anche la componente femminile, che era risultata in crescita nei precedenti due anni. Tra i settori, quello delle costruzioni ha perso dal 2008 oltre un quarto degli occupati. Le ore autorizzate di Cassa integrazione guadagni si sono ridotte, per effetto principalmente del calo della componente in deroga, pur rimanendo sui livelli molto elevati raggiunti nel triennio precedente.
Il tasso di disoccupazione è aumentato più di quanto avvenuto nel Mezzogiorno e in Italia, anche per effetto del sensibile aumento delle persone, prima inattive, che han-no iniziato a cercare un’occupazione.
Nel corso del 2012 il credito erogato dagli intermediari bancari alla clientela residente in Calabria, al lordo delle sofferenze e dei pronti contro termine, è diminuito rispetto all’anno precedente. I prestiti bancari alle famiglie consumatrici, che dall’inizio della crisi avevano continuato a crescere, si sono ridotti. Una simile dinamica ha riguardato anche il settore produttivo, per effetto della diminuzione del credito concesso alle imprese di piccole dimensioni. La riduzione dei finanziamenti ha interessato tutti i settori di attività, in particolare quello delle costruzioni.
Si è indebolita la domanda di finanziamenti, principalmente quella delle imprese fina-lizzata agli investimenti produttivi; le condizioni di offerta sono rimaste tese e si sono tradotte in un aumento dei margini applicati, in particolare alla clientela più rischiosa.
I tassi di interesse a breve termine praticati alle imprese con sede in Calabria sono aumentati; quelli applicati alle imprese di piccole dimensioni si sono mantenuti su livelli superiori rispetto a quelli registrati per le imprese medio-grandi. Il tasso di inte-resse medio sui mutui per l’acquisto di abitazioni è rimasto stabile.
Si è registrato un deciso peggioramento della qualità del credito per il settore produt-tivo, a fronte di una sostanziale stabilità per le famiglie. Per le imprese, l’aumento del-la rischiosità è principalmente ascrivibile al comparto delle costruzioni. L’incidenza delle partite deteriorate complessive sui prestiti lordi è significativamente cresciuta dai valori pre-crisi.
La raccolta bancaria presso la clientela calabrese è aumentata, sospinta dalla forte cre-scita dei depositi a scadenza protratta, la cui remunerazione è aumentata nel corso dell’anno. La componente relativa alle obbligazioni bancarie ha subito un deciso ral-lentamento. Alla fine del 2012, la quota del risparmio delle famiglie calabresi investita in depositi bancari risultava sensibilmente superiore rispetto al dato nazionale.

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