L’ECONOMIA DELLA SICILIA

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Nel corso del 2012 la dinamica del PIL in Italia è stata negativa, anche a seguito delle correzioni di finanza pubblica intervenute nello scorcio dell’anno precedente. Soltanto la domanda estera ha fornito un contributo positivo all’attività economica.
In Sicilia la fase ciclica recessiva è risultata grave; in base alle stime Prometeia il PIL è sceso del 2,7 per cento. I settori più colpiti sono stati l’industria e l’edilizia.
Nel manifatturiero è diminuito il fatturato e la perdurante incertezza sulle prospettive dell’economia ha causato una nuova contrazione delle spese per investimenti. La domanda estera è risultata favorevole, con una ripresa delle esportazioni per alcuni comparti, come il petrolifero, l’elettronico e il farmaceutico.
Il livello di attività economica del settore delle costruzioni si è contratto per il settimo anno consecutivo, con cali sia per le opere pubbliche sia per il comparto delle costruzioni residenziali. Nel mercato immobiliare il numero di compravendite ha registrato un significativo arretramento; i prezzi sono diminuiti anche in termini nominali.
Nel settore dei servizi, il commercio ha risentito della perdurante debolezza dei consumi interni, legata alla riduzione del reddito reale disponibile delle famiglie. I flussi turistici, seppure in rallentamento, hanno continuato a crescere: il calo dei pernottamenti di turisti italiani è stato compensato dalla crescita delle presenze di stranieri e della spesa a essi associata.
Nel mercato del lavoro l’occupazione è diminuita per il sesto anno consecutivo. L’aumento del numero di persone in cerca di lavoro ha spinto in alto il tasso di disoccupazione, in misura più marcata tra i più giovani.
Nel 2012 i prestiti bancari, che erano già in rallentamento, sono diminuiti. Le richieste di finanziamenti hanno risentito del calo degli investimenti delle imprese e della debolezza della spesa da parte delle famiglie.
Le condizioni di offerta del credito sono rimaste ancora tese anche per effetto del deterioramento della qualità dei prestiti. La crisi economica ha continuato a ripercuotersi sull’andamento dei crediti in sofferenza, in aumento sia per le imprese sia, in misura meno accentuata, per le famiglie. Gli indicatori prospettici prefigurano un ulteriore peggioramento nei prossimi mesi.
Un’analisi condotta sulle imprese della filiera immobiliare mostra che gli effetti della recessione sul credito sono stati particolarmente severi. Dall’insorgere della crisi la dinamica dei prestiti nei confronti di queste imprese è stata più debole di quella media del settore produttivo e la qualità del credito è notevolmente peggiorata: alla fine del 2012 circa la metà dei finanziamenti presentavano anomalie nei rimborsi.
È aumentata la raccolta bancaria presso le famiglie; potrebbe avere influito una maggiore propensione al risparmio precauzionale e l’offerta di remunerazioni più elevate sui depositi con durata prestabilita e sulle emissioni obbligazionarie.

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