L’Enasarco chiude un primo capitolo della sua storia
Enasarco, finalmente commissariato ente previdenziale

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Lo scorso 8 giugno l’assemblea dei delegati riunitasi a Roma ha indicato la composizione del primo board frutto delle storiche elezioni dello scorso  aprile, le prime in oltre 70 anni di storia dell’ente previdenziale degli agenti di commercio. I nomi usciti dall’assemblea sono quelli che faranno parte del nuovo cda che, da quanto si apprende, si riunirà per la prima volta il prossimo 14 giugno, per dare via all’iter che porterà alla scelta del nuovo presidente.

Nel nuovo consiglio di amministrazione siederanno 10 membri espressione del mondo degli agenti e 5 espressione delle imprese. Nel primo gruppo figurano Gianroberto Costa, a capo della lista Insieme per Enasarco, vincitrice delle elezioni con il 53% delle preferenze, ma anche Leonardo Catarci, Luca Gaburro, Antonino Marcianò, Antonello Marzolla, Luca Matrigiani, Alfonsino Mei, Pierangelo Raineri e Davide Ricci, quest’ultimo presidente della no profit Agent 321, che si occupa di mettere in contatto gli agenti con le imprese. In rappresentanza delle imprese sono stati invece eletti Giovanni Maggi, Francesco Milza, Gianni Guido Triolo (in quota Confesercenti) Costante Dario Persiani (in quota Imprese per Enasarco) ed Alberto Petranzan (proveniente dalla Fnaarc). Ma la sorpresa, almeno a sentire qualche addetto ai lavori, è stata un’altra.

Il presidente uscente Brunetto Boco, in sella all’ente per oltre dieci anni aveva deciso nei giorni scorsi di candidarsi per un posto in cda. E, alla fine, l’ormai ex numero uno di Enasarco l’ha spuntata, aggiudicandosi una sedia nel board con la lista Agenti senza confini a sua volta nell’orbita della lista Per Enasarco decidi tu, capitanata dalla Uil e tra le cui sigle aderenti figurava l’Unione dei lavoratori del turismo, di cui Boco è segretario. Boco, nonostante alcuni casi riguardanti gli anni della sua gestione e che hanno spinto la vigilanza parlamentare a valutare la richiesta di commissariamento, ha superato indenne lo scoglio della commissione elettorale chiamata a valutare i profili di onorabilità dei candidati, guadagnandosi un posto in cda.

“Questo cda è una rivoluzione, la presenza di Boco non sarà un problema perché tutti i membri sono impegnati a fare bene il loro mestiere. E poi lui aveva gli stessi diritti degli altri, si è candidato ed è stato eletto, è la democrazia”, spiega una fonte ben accreditata. La fonte avverte però della possibile eterogeneità del board. “Certo, nel consiglio siedono persone che parlano un linguaggio diverso, che hanno magari approcci diversi. Ma proprio su questo si dovrà lavorare, sull’amalgamare il gruppo al massimo e rimettere l’ente al centro degli interessi degli iscritti”, continua la fonte.

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