L’indice della produzione industriale delle fonderie italiane ha fatto segnare a maggio un rimbalzo di circa il 91%
L' Attesa ripresa della produzione industriale per le fonderie italiane rispetto al periodo di lockdown c’è stata, ma non si può dire che si sia trattato di vero recupero: è vero che la perdita tendenziale sullo stesso periodo del 2019 quasi si dimezza rispetto al valore del mese precedente (-36,7% contro il -66,6% di aprile) ma, se si osservano i valori cumulati, ci si accorge che la situazione non è migliorata.
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L’ Attesa ripresa della produzione industriale per le fonderie italiane rispetto al periodo di lockdown c’è stata, ma non si può dire che si sia trattato di vero recupero: è vero che la perdita tendenziale sullo stesso periodo del 2019 quasi si dimezza rispetto al valore del mese precedente (-36,7% contro il -66,6% di aprile) ma, se si osservano i valori cumulati, ci si accorge che la situazione non è migliorata. I livelli produttivi acquisiti al mese di maggio 2020 si sono ancora ridotti e il recupero sul 2019 rimane molto lontano: la tendenza del periodo gennaio-maggio 2020 è pari al -30,9% sullo stesso periodo del 2019, in peggioramento rispetto al -29,5% calcolato sui valori cumulati fino ad aprile.
“Il rimbalzo congiunturale era atteso – sottolinea Roberto Ariotti, presidente di Assofond – considerando che oltre l’80% delle fonderie italiane ad aprile aveva interrotto l’attività, ma i livelli produttivi restano decisamente inferiori rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e non sappiamo cosa succederà nei prossimi mesi: la visibilità degli ordini è molto corta”. Il rimbalzo della curva delle fonderie italiane (+91,2%, 64,2 punti) è stato più marcato rispetto agli altri concorrenti europei: l’indice tedesco cresce del +25,2% rispetto ad aprile, ma rimane con un tendenziale molto negativo, pari al -40,1%. L’indice spagnolo, invece, risale a 54,5 punti e recupera solo il +8,4% sul mese precedente, segnando una perdita del -46,4% rispetto allo stesso mese del 2019. L’indice francese non è stato pubblicato da Eurostat.
Su base annua e base 2019, tuttavia, la media dei primi cinque mesi pone l’Italia sul livello più basso: i 70,2 punti sono inferiori sia ai livelli produttivi spagnoli (70,9) sia a quelli tedeschi (76,0). La distanza rimane, in tutti i casi, intorno ai 30 punti percentuali in meno rispetto alle corrispondenti medie annuali del 2019. “Mi auguro – auspica Ariotti – una decisa accelerata sul piano degli investimenti e della politica industriale: è stato giusto tamponare l’emergenza, ma ora serve pianificazione, serve un piano per snellire la burocrazia e favorire gli investimenti delle imprese a lungo termine, soprattutto in innovazione e sostenibilità”.

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