L’Italia riacquista appeal per imprenditori stranieri
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Su 61 candidature ricevute nell’ambito del progetto Italia Startup Visa (di cui 18 nel 2014 e 43 nel 2015), un terzo proviene dalla Russia, seguita dall’Ucraina con 10 richieste e dagli Usa con 7. L’età media degli startupper è di 34 anni. Le richieste riguardano per la maggior parte dei casi (54) la costituzione di nuove imprese, ma in 7 casi  si tratta di richieste di aggregazione verso startup innovative già costituite, per lo più da italiani.

italia-startup-visa-900 punta ad attrarre imprenditori innovativi nel nostro Paese. I progetti accettati dal MISE giudicati positivamente sotto l’aspetto qualitativo sono stati 40 sui 61 pervenuti (65,6%), solo 11 sono state rifiutate per colpa in genere di un business plan debole o mancanza di innovatività cui si aggiungono le 6 proposte considerate irricevibili perché prive dei requisiti minimi finanziari o di innovazione. Inoltre quattro proposte sono ancora in fase di valutazione. La Regione più gettonata per insediare la propria attività dai 40 imprenditori che hanno ricevuto il via libera dal Mise è la Lombardia: l’hanno scelta 19 startupper su 40. E di questi ben 15 hanno optato per Milano.

Lanciato dal ministro dello Sviluppo economico nel 2014, il programma ha semplificato l’iter per la concessione dei visti di ingresso per lavoro autonomo, a beneficio di cittadini non UE che intendono avviare una startup innovativa nel nostro Paese. La procedura è centralizzata (fa capo a un comitato di valutazione coordinato dal Mise e composto da Aifi, Apsti, Iban, NetVal e PNICube) e informatizzata (il candidato comunica con l’amministrazione italiana online attraverso l’indirizzo email italiastartupvisa@mise.gov.it, fino al ritiro del visto fisico presso la sede diplomatico-consolare competente), tanto che conduce a una risposta certa entro 30 giorni.

Oltre a Italia Startup Visa è stato lanciato il programma Italia Startup HUB con cui l’applicabilità della procedura semplificata è stata estesa anche ai cittadini non UE che già si trovano in Italia e intendono permanere per avviare una startup innovativa. Il  programma permette di convertire il permesso di soggiorno in scadenza in possesso del cittadino non UE in un “permesso per lavoro autonomo startup” senza dover uscire dal territorio italiano e godendo delle stesse modalità semplificate previste per la concessione dei visti startup. Il programma ha raccolta finora 5 candidature, di cui due dalla Corea del Sud, due dall’Iran e una dagli Stati Uniti. Tutte hanno avuto esito positivo e hanno portato alla conversione del permesso di soggiorno in permesso per lavoro autonomo startup.

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