Se dovessimo indicare un personaggio che ha segnato – nel bene e nel male – la sessione estiva del calciomercato europeo, il primo nome che ci verrebbe in mente sarebbe senza dubbio quello di Romelu Lukaku. All’interno di un’annata in cui sembrava impossibile per chiunque resistere alle sirene provenienti dall’Arabia Saudita (con l’unica eccezione di Leo Messi, che però ha scelto comunque di abbandonare il calcio “che conta” per volare a Miami, alla corte di David Beckham), l’attaccante belga ha rifiutato a più riprese le offerte faraoniche ricevute da Riad, facendo capire a tutti che per rimanere ad alto livello è ancora necessario giocare in Europa.
Poi però ci sono le mille contraddizioni che hanno caratterizzato le sue decisioni. La più incredibile è emersa fin da subito, solo pochi giorni dopo la fine dello scorso campionato. Rientrato al Chelsea per la fine del prestito all’Inter, il suo immediato ritorno a Milano in maglia nerazzurra sembrava scontato, cosa fatta, senza neanche discuterne. Troppo forte il legame coi tifosi e con la maglia, almeno così sembrava. E invece, ecco il colpo di scena: al momento di firmare un nuovo contratto con la Beneamata, Lukaku sparisce, non si trova, spegne il cellulare. Stessa cosa fa il suo agente, l’avvocato Sebastien Ledure.
L’estate folle di Lukaku: dall’addio all’Inter alla corte della Juventus
Il resto lo si è appreso dai giornali, come la più classica delle telenovele, ma senza lieto fine. Si sparge la voce che proprio poche ore prima di siglare l’accordo definitivo, tra l’Inter e il centravanti si sia inserita la Juventus. Un corteggiamento che Big Rom avrebbe potuto respingere senza troppi fronzoli e che invece accetta, sperando di scatenare un’asta tra le due rivali. Ebbene, la dirigenza nerazzurra decide (a malincuore, c’è da scommettere) di non partecipare a questo gioco. Beppe Marotta si sfila e annuncia che no, Lukaku non sarà il titolare nerazzurro per la stagione 2023/24.
Nelle stesse ore a Torino iniziano a pensare che davvero il suo profilo possa essere quello giusto per completare un parco attaccanti che vede già la presenza di Dusan Vlahovic (dato in partenza in quei giorni convulsi, oggi però confermato a pieno nel progetto tattico di Massimiliano Allegri) e di Federico Chiesa. Anche lo stesso giocatore sembra non disdegnare l’approdo in Piemonte, pur consapevole di attirarsi l’odio eterno da parte dei suoi ex supporters. La Juve però capisce che “non s’ha da fare”, scarica a sua volta il giocatore, che così si ritrova di colpo con il cerino in mano.
Il no all’Arabia Saudita e un agosto da emarginato: le ultime settimane di Romelu Lukaku
25 milioni di euro a stagione, con un contratto della durata di due anni: è questa la proposta che il ricchissimo Al-Hilal presenta a Lukaku nel momento in cui capisce che entrambe le trattative che lo vedevano protagonista sono saltate. Ovviamente, come successo a tutti quelli che poi hanno detto sì, questa barca di soldi fa molta gola all’attaccante, che per diversi giorni rimane tentato dall’idea di cambiare vita, fare le valigie e volare in Medio Oriente, lontano dalle voci dei media che continuano a screditarlo. A 30 anni compiuti (e con l’esempio di colleghi ben più giovani che hanno preferito traslocare in Oriente pur di guadagnare di più), quando ripassa un treno del genere?
E invece, per l’ennesima volta nell’arco dei due mesi più tormentati della sua carriera, il calciatore nato ad Anversa non ci sta. Non vuole seguire la corrente, non vuole inabissarsi nelle pieghe quanto mai controverse del mondo arabo, dove il pallone viene utilizzato dai governanti per legittimarsi agli occhi del mondo, per nascondere il malcostume di una società dove i diritti sono ancora un taboo per molte persone, a cominciare dalle donne e dai giornalisti. Se siano questi i fattori che lo hanno portato a rinunciare, non è dato saperlo: sta di fatto che Lukaku, a metà agosto, quando nei campi di Premier League si è già ricominciato a fare sul serio, è ancora senza una squadra che punti su di lui.
Lukaku alla Roma, l’affare che nessuno credeva possibile: come si è arrivati alla chiusura
In un contesto fatto di sliding doors, capita che due destini all’apparenza lontani finiscano per incrociarsi, dando vita a qualcosa di impensato fino a poco prima. E così succede che a Roma, nello specifico a Trigoria (sede della società giallorossa), ci sia un allenatore come José Mourinho che ha trascorso l’estate ribadendo alla propria dirigenza che la campagna acquisti non lo ha soddisfatto: non tanto per la qualità o meno dei nuovi arrivi, quanto perché proprio non ci sono stati. Con un punto di riferimento come Tammy Abraham fuori fino al 2024 e con una lista di utilizzabili tutt’altro che sovrabbondante, il tecnico portoghese chiede a gran voce un nuovo centravanti.
Il direttore sportivo Thiago Pinto – suo connazionale – vuole accontentarlo, è consapevole dei limiti della squadra alla vigilia di una stagione in cui sarà difficile trovare nuove chiavi di lettura dopo due anni consecutivi in cui la Roma ha disputato una finale in una coppa europea (con gli esiti che tutti sappiamo, il primo glorioso, il secondo funesto). Aggiungiamoci pure l’amarezza per l’inizio in campionato: pareggio per 2 a 2 la prima giornata in casa con la Salernitana, addirittura sconfitta per 2 a 1 dopo sette giorni sul campo dell’Hellas Verona. Non proprio l’esordio che i 40mila abbonati si aspettavano. E allora, ecco che la famiglia Friedkin – proprietaria del club dall’estate del 2020 – fa la mossa che nessuno crede possibile.
Quanto guadagnerà Lukaku alla Roma e quanto costerà il suo prestito dal Chelsea
Arriviamo così al primo pomeriggio di venerdì 25 agosto, quando i vertici della società capitolina volano a Londra per seguire l’anticipo della terza giornata del campionato inglese. Nell’impianto di Stanford Bridge i padroni di casa del Chelsea ospitano la neopromossa Luton Town. Aldilà di cosa succede in campo, è importante sapere perché Pinto e i Friedkin abbiamo deciso di presenziare sugli spalti: sono ospiti della dirigenza dei Blues, con cui hanno in programma di trascorrere tutto il weekend. L’obiettivo è quello di prenotare il viaggio di ritorno con un posto in più a sedere, che dovrà essere occupato proprio da Romelu Lukaku.
Dopo due giorni di estenuante tira e molla (in cui, anche in questo caso, non sono mancati i momenti in cui sembrava che tutto saltasse per aria), arriva la chiusura della trattativa. A fare un primo sforzo è il Chelsea, che accetta di ridurre il costo del prestito a 5 milioni di euro, dopo averlo fissato prima a 10 e poi a 8. Il secondo passo in avanti lo fa il protagonista della contesa, che rinuncia ai 12,5 milioni di euro l’anno che avrebbe percepito oltremanica per un contratto da 7 milioni di euro a stagione. Lukaku è un nuovo giocatore della Roma. Lo show chiude i battenti, almeno fino alla prossima sessione di mercato.