Lunedì 16 Poste Italiane si riunirà per trovare una soluzione al problema Invest Real Security

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A seguire ci sarà la riunione con le associazioni dei consumatori, con le quali il gruppo guidato da Francesco Caio è pronto al dialogo per arrivare a una scelta condivisa. L’impressione è che il danno d’immagine, per un gruppo che ha da sempre fatto della fiducia dei clienti il proprio punto di forza, possa essere superiore a quello economico. Per questo alle Poste sono al lavoro da mesi per trovare una via d’uscita. Già da fine settembre sono iniziati i ragionamenti con Consob, Banca d’Italia e Ivass sulle proposte da fare ai clienti e a questo punto la soluzione sarebbe stata individuata. Meglio: si tratterebbe di un mix di soluzioni, visto che ai risparmiatori coinvolti, pari in totale a 14 mila, potrebbero essere proposti rimborsi cash da affiancare però a nuovi prodotti di risparmio del gruppo, polizze comprese (per questo il coinvolgimento di Ivass).
Il quadro sarà più chiaro nei prossimi giorni, ma intanto ieri gli analisti hanno iniziato a fare qualche calcolo sul possibile costo dei rimborsi: le stime per quanto riguarda Invest Real Security (Irs) sono di un esborso per Poste compreso tra 50 e 80 milioni, rispetto ai 141 milioni complessivi del fondo (collocato però anche da Cofiri Sim, società di intermediazione mobiliare che fa capo a Unicredit e che, secondo il sito dell’Abi, è ora in liquidazione). L’impressione è che la spesa si collocherà nella parte bassa della forchetta, mentre non saranno affrontati, almeno per ora, i dossier degli altri fondi immobiliari collocati da Poste Italiane tra il 2002 e il 2005 e anch’essi prossimi a scadenza. Il gruppo, guidato allora da Massimo Sarmi, distribuì circa il 10% dei 5,2 miliardi di fondi immobiliari finiti in quegli anni sul mercato: oltre ad aver collocato Irs e Obelisco, entrambi gestiti da Investire Sgr, ha venduto quote di Europa Immobiliare 1 (di Vegagest) e Alpha (di Idea Fimit). Ma questi fondi scadranno solo nei prossimi anni e Caio è concentrato ora su Irs. Del resto non è la prima volta che il gruppo decide di entrare in campo per evitare perdite ai clienti. Era successo già nel 2009, quando alcune polizze Vita, con sottostanti cartolarizzazioni del credito, erano andate in rosso. Anche in quel caso Poste decise di intervenire pur non avendo alcun obbligo legale e propose ai clienti un allungamento delle durate, con la garanzia del rimborso del capitale alla nuova scadenza.
Questa volta la questione appare però più complicata perché a gestire il fondo immobiliare non è Poste, che è esclusivamente distributore, ma Investire, la sgr partecipata tra gli altri da Banca Finnat e Beni Stabili . E non è escluso che la stessa Poste, una volta sistemata la situazione con i clienti, possa decidere di chiedere conto Investire. La sgr, con una manovra di fine dicembre, ha deciso di vendere al private equity Kildare Partners (selezionato tra 71 pretendenti) tutti e cinque gli immobili rimasti nel portafoglio di Irs, con sconti compresi tra il 60 e l’81% rispetto alle valutazioni stilate sei mesi prima da un esperto indipendente. Kildare ha comprato anche quattro immobili del fondo Obelisco e tre di Securfondo per conferirli poi in un nuovo fondo istituito sempre da Investire Sgr, che si è aggiudicata la gara lanciata dalla stessa Kildare.
Ieri intanto il titolo Finnat ha perso oltre il 5%; gli analisti di Banca Imi hanno evidenziato il rischio di denunce o class action.

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