Margot Sikabonyi nell’immaginario collettivo resterà la nipotina di Lino Banfi nella fiction “Un medico in famiglia”
Margot Sikabonyi è attrice dall'età di 11 anni, una vita in apparente fuga dal quel mestiere così ingombrante e alla ricerca di risposte più grandi, ha raccontato la difficoltà di crescere sotto i riflettori, segnata dal successo e dal dolore personale, come la morte del padre quando aveva solo 15 anni e già viveva sul set, dal divorzio e la rinascita in una città, Milano, che non le apparteneva.

Margot Sikabonyi è attrice dall’età di 11 anni, una vita in apparente fuga dal quel mestiere così ingombrante e alla ricerca di risposte più grandi, ha raccontato la difficoltà di crescere sotto i riflettori, segnata dal successo e dal dolore personale, come la morte del padre quando aveva solo 15 anni e già viveva sul set, dal divorzio e la rinascita in una città, Milano, che non le apparteneva.

Oggi, anche grazie a yoga e sciamanesimo, ha trovato equilibrio dedicandosi alla famiglia e alla scrittura, con la recente pubblicazione di un romanzo. «Quando è esploso il successo di Un medico in famiglia, avevo 15 anni: arrivavano offerte dal cinema, il salumiere sotto casa non mi faceva pagare più la merenda… Ma io non trovavo gioia in niente», racconta Margot Sikabonyi al Corriere della Sera. Dopo anni di celebrità, ha sentito il bisogno di fuggire, di allontanarsi dai riflettori e di ritrovare se stessa: «Appena ho avuto 18 anni, sono scappata, cercando qualcosa, non sapevo cosa. Sono andata a Parigi, poi a studiare Biologia Marina alle Hawaii». E qui la natura ha iniziato a curarla.

Il successo di Un medico in famiglia

La pressione del successo e il dolore personale hanno segnato la sua adolescenza: «Mio padre è morto mentre ero sul set, avevo 15 anni, non vedevo gli amici perché non andavo a scuola e gli insegnanti venivano in camerino», ricorda. Il successo della serie, sebbene grandioso, non le ha dato serenità. «Non mi sentivo all’altezza, avevo la sindrome dell’impostore», spiega raccontando anche dei corsi di recitazione che ha voluto seguire negli anni in cui ormai la sua carriera era più che lanciata. Margot si è trovata a lottare con la sua identità, divisa tra il personaggio che la definiva e il desiderio di scoprire chi fosse realmente. «Nel rapporto con lei, sono passata da “sono fighissima” a “voglio scappare”, poi, l’ho usata per capire chi fossi. Adesso, da madre divorziata, provo solo gratitudine».

La storia con Pietro Sermonti

Margot Sikabonyi ha vissuto una storia d’amore intensa con Pietro Sermonti, suo partner sia nella vita reale sia nella serie “Un medico in famiglia”.

La relazione, durata sei anni, è stata tormentata, con momenti difficili sia sul set, dove si erano conosciuti alla terza stagione, che nella vita privata. «Giravo scene romantiche quando avrei voluto dargli capocciate», ha raccontato. L’attrice ha poi affrontato un periodo ancora più complesso dal punto di vista sentimentale con il divorzio da Jacopo Lupi, padre dei suoi figli: «Il momento più duro della mia vita è stato il divorzio, il castello della famiglia che crolla, prendersi la responsabilità di non fingere che va tutto bene».

Il viaggio interiore

Dopo molte fughe e ritorni, Margot ha intrapreso un cammino interiore, fatto di yoga, meditazione e incontri con sciamani. «Il percorso più importante è stato quello yogico, che ha a che fare col respiro e arriva con la morte di mio padre», spiega. Questo viaggio spirituale l’ha portata a scoprire una dimensione diversa della felicità e del benessere. Ha anche affrontato il trauma del divorzio e la difficoltà di crescere due figli da sola in una città che non sentiva sua, trovando conforto nella preghiera e, in un momento cruciale, nella percezione di una presenza angelica: «Ho sentito un angelo che mi metteva le mani sulle spalle e mi proteggeva… Dopo, non sono più stata la stessa», ha raccontato anche nel libro edito da Cairo, «Lara vuole essere felice – Romanzo zen». Il romanzo esplora il tema della ricerca della felicità e della connessione con se stessi. «Vorrei che chi lo legge possa sentire che, qualsiasi difficoltà stia affrontando, non è solo», afferma l’autrice.

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