Mediobanca, sfuma l’ipotesi di un nuovo socio estero

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I soci esteri di Mediobanca non risaliranno all’11% del patto che raggruppa gli azionisti. Mercoledì prossimo, 19 febbraio, il finanziere francese Vincent Bolloré formalizzerà con ogni probabilità all’assemblea del patto la richiesta di incrementare la quota dal 6 all’8%, ma fonti vicine all’azionariato ritengono «ormai completamente tramontata» l’ipotesi che presenti nuovi azionisti, come sua facoltà dopo lo svincolo della quota di Groupama (5%) avvenuta a fine 2013, ma che stando alle rilevazioni ufficiale della Consob avrebbe ancora in portafoglio la quota.

L’uomo d’affari bretone aveva espresso mesi fa l’intenzione di avvalersi di tale facoltà e aveva preannunciato che avrebbe svelato i nomi dei nuovi azionisti entro fine 2013. Non se ne è poi saputo più nulla e sembrava che proprio il prossimo appuntamento del 19 febbraio avrebbe potuto essere l’occasione giusta per alzare il velo sui nuovi investitori di Mediobanca, che si pensava sarebbero stati «non europei». Non sarà invece così. La suddivisione della governance del patto in tre categorie di azionisti, banche, soci industriali ed esteri, è eredità della riscrittura delle regole nel 2003 che ha governato l’uscita di Vincenzo Maranghi segnando la pace tra banche italiane e soci francesi.
E salvo piccole variazioni e la parentesi con il duale, l’assetto è rimasto invariato sino a oggi. Quest’anno, con le nuove regole di governance della banca volute da Bankitalia, andranno riscritte anche le regole dell’accordo sindacato, attese al varo nel patto di settembre sui risultati di esercizio. Il nuovo cambio di pesi avrà sicuramente influenza anche sulla nuova governance del patto. Tra le prime ipotesi era emersa quella di un addio alla suddivisione del patto in tre gruppi, in uno snellimento e svecchiamento complessivo dell’accordo. Il confronto sul tema non sembra però entrato ancora nel vivo e probabilmente anche nel patto della settimana prossima non si inizierà neppure a parlarne. Intanto, ha spiegato il vicepresidente Mediobanca, Dieter Rampl, «sulla governance stiamo ancora lavorando». L’istituto ha riunito oggi un consiglio di amministrazione per definire le risposte a Bankitalia, dopo l’ispezione presentata al cda a inizio gennaio, e nel prossimo board sui conti (il 19, come il patto) verranno ratificate. Secondo quanto è emerso da fonti finanziarie, il consiglio di Mediobanca, riunitosi sotto la presidenza di Renato Pagliaro, avrebbe parlato dell’adeguamento della struttura organizzativa, delle deleghe e delle funzioni di management della banca in risposta al documento ispettivo di Bankitalia. Tra i soci del patto, intanto, è intervenuto Massimo Doris per chiarire che «nel breve» la partecipazione verrà mantenuta. Quanto alla joint venture Esperia, posseduta al 50% con Piazzetta Cuccia, «se qualcuno si facesse avanti saremmo pronti a discuterne». Naturalmente solo nel caso in cui l’offerta «riguardasse l’intera partecipazione».
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