Mediolanum: radici nel passato e tecnologia del futuro

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Ottantotto milioni di euro spesi nel 2013 e 133 messi a budget per il 2014: sono queste le cifre dedicate agli investimenti in Information Technology da Mediolanum, che nel passaggio del testimone dal padre Ennio Doris al figlio Massimo ha reso ancora più evidente nella sua strategia il ruolo dell’innovazione, da un lato per conquistare nuova clientela e dall’altro per diventare la banca di riferimento di quella già acquisita.
“In Italia – puntualizza Massimo Doris, 47 anni, vicepresidente del Gruppo Mediolanum e amministratore delegato di Banca Mediolanum – se mediamente il 48% della popolazione utilizza l’Internet banking, per quanto riguarda la nostra clientela questa percentuale sale al 68 per cento.
Alcuni grandi gruppi bancari, prosegue Doris, stanno di fatto cercando di accelerare la trasformazione del loro approccio ai servizi: la prova ne è l’attenzione crescente verso i pagamenti in mobilità e la firma digitale. A differenza di altri, però, noi riteniamo di possedere già nel nostro Dna la capacità di innovare senza perdere di vista le nostre radici. Una caratteristica che sicuramente fa sì che i nostri servizi possano essere sviluppati e quindi proposti ai clienti con maggiore velocità. Siamo nati e siamo cresciuti come banca multicanale, attenta alle possibilità offerte dalle nuove tecnologie. Anzi, talvolta abbiamo anticipato i tempi: il nostro modello di banca ‘leggera’ e senza filiali, ma presente sul territorio attraverso i family banker, ne è un esempio. Continuiamo a garantire la nostra operatività grazie a un modello solido ma nel contempo flessibile. Oggi, rispetto ai nostri competitor, non dobbiamo fare i conti con i costi di gestione della filiale e possiamo permetterci di investire con maggiore impegno in tecnologia per complessivi 400 milioni spalmati sui prossimi tre anni”.

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