Modificare il passato con lo sguardo grazie alla meccanica quantistica si può
Uno dei fenomeni più strani è quello dell’entanglement quantistico, cioè quella proprietà per cui due particelle che sono entrate in contatto almeno una volta rimangono legate per sempre e cioè se si cambia lo stato di una immediatamente -e indipendentemente dalla distanza- cambia lo stato anche dell’altra. Il che ha permesso di sviluppare il teletrasporto.
meccanica quantistica

Ancora nessun commento

Uno dei fenomeni più strani è quello dell’entanglement quantistico, cioè quella proprietà per cui due particelle che sono entrate in contatto almeno una volta rimangono legate per sempre e cioè se si cambia lo stato di una immediatamente -e indipendentemente dalla distanza- cambia lo stato anche dell’altra. Il che ha permesso di sviluppare il teletrasporto.

L’entanglement è il vero fenomeno “misterioso” della fisica moderna ed è l’origine di tutte le stranezze della meccanica quantistica.

Oggi ci vogliamo occupare di una conseguenza di questo fenomeno, il cosiddetto “esperimento di scelta ritardata”.

Tutto nasce dall’esperimento base sull’entanglement e cioè il passaggio di un fotone attraverso una doppia fenditura.

C’è un fotone, particella di luce, che si trova davanti uno schermo con due fenditure poste ad una certa distanza tra loro.

Ebbene, finché non si guarda da quale fenditura il fotone è passato esso si comporta come un’onda e “passa” da entrambe contemporaneamente, ma quando si osserva una specifica fenditura si “costringe” il fotone a diventare una particella.

Ma finché non lo guardiamo il sistema è in una sovrapposizione di due stati: uno in cui è passato dalla prima fenditura e l’altro in cui è passato dalla seconda.

Questo esperimento realmente effettuato è alla base di tutte le stranezze della meccanica quantistica.

Partendo da qui, Wheeler propose un esperimento mentale –poi effettivamente realizzato- e cioè presentò uno schema dell’esperimento originale in cui si può scegliere di osservare -dopo un certo intervallo di tempo- quale delle due fenditure il fotone avrà effettivamente attraversato.

Ma finché non si osserva quale fenditura ha attraversato il fotone resta un’onda diffusa nello spazio che non ha ancora “scelto” dove passare.

In questo modo abbiamo nebulizzato la realtà, rendendola vaga ed indeterminata.

Ora supponiamo che dietro la prima fenditura non ci sia niente e dietro la seconda ci sia invece un congegno a fotocellula che attiva un detonatore.

Se il fotone passa per la prima fenditura la mina esplode altrimenti no.

E’ del tutto evidente che le due scelte sono completamente diverse in termini di risultati. E in via teorica, grazie ad una osservazione posteriore si potrebbe modificare di molto la realtà scegliendo quale passato far accadere: esplosione oppure no.

Questo tipo di esperimenti si chiama di “cancellazione quantistica a scelta ritardata” e sono stati effettivamente realizzati in laboratorio con successo nel 1999 e poi ripetuti e perfezionati.

Se trasliamo quanto detto a livello cosmico, come fece successivamente lo stesso Wheeler, possiamo pensare che osservando dopo un miliardo di anni un fotone proveniente da una lontana stella che ha subito un effetto dovuta ad una doppia fenditura naturale noi cambiamo tutto il passato.

La situazione non è solo teorica, ma può accadere se il fotone passa vicino ad un Quasar e viene sdoppiato in quello che si chiama “effetto lente gravitazionale”, simulando di fatto un esperimento a doppia fenditura.

Perché quel fotone avrà interagito nello spazio cosmico e magari una galassia non si sarà formata se il fotone è passato da un percorso o dall’altro e magari quella galassia era la nostra.

Quando gli astronomi osserveranno dopo miliardi di anni questo fotone influenzeranno il suo passato costringendolo a scegliere quale fenditura ha effettivamente attraversato.

Insomma, si può modificare il passato solo osservando un fotone e a questo punto si può cambiare anche l’universo. Letteralmente lo sguardo costruisce il cosmo.

Questo tipo di esperimenti è molto imbarazzante per i fisici perché mette in crisi il concetto di casualità, potendo modificare un evento già avvenuto.

Si capisce così che questa visione del mondo comincia ad assomigliare sempre di più a quelle orientali in cui viene detto che l’osservatore costruisce la realtà.

Wheeler spinse oltre quanto descritto fino a giungere alla rappresentazione simbolica dell’ “universo partecipativo”, in cui l’universo stesso prende coscienza di sé auto osservandosi e così costruendosi nel tempo.

Facebook
Twitter
LinkedIn
Pinterest
Reddit
Tumblr
Telegram
WhatsApp
Print
Email

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

ALTRI ARTICOLI