E Monte Paschi tratta con il Tesoro il rinvio del rimborso dei Monti bond

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Segnali di fumo tra Mps e il Tesoro, per un probabile rinvio del rimborso del miliardo restante di prestito Monti bond, che ridurrebbe di un terzo il deficit di capitale da ripianare in nove mesi dopo gli esami Bce ed Eba. «Non è detto che il rinvio del pagamento sia alla fine l’opzione che verrà scelta, ce ne sono altre. Spetta a Mps decidere quali misure intraprendere — ha detto Alessandro Rivera, dirigente del Tesoro — . Se c’è una richiesta di far slittare il rimborso non ci opporremo, per noi può andare bene. La decisione spetta alla banca ». Diversi osservatori che stanno avendo a che fare con l’ad Fabrizio Viola e il presidente Alessandro Profumo, però, sostengono che il management è preso in un misto di delusione e attesa di segnali dalle istituzioni. Non solo via Nazionale e via XX settembre, con cui ci sono stati e proseguiranno i contatti e incontri. Soprattutto quelli con la nuova vigilanza europea, che ha creato il problema da 2,11 miliardi e che ne chiede la risoluzione. «Il management non si aspettava questo responso — dicono interlocutori attendibili — e interpreta come un segnale politico dato all’Italia la bocciatura». Bocciatura che poteva essere perfino più severa, come prova il primo comunicato su Mps che la Bce aveva messo in rete — per errore — con carenze superiori di 200 milioni quanto alla revisione degli attivi Aqr. E alcuni dirigenti della banca raccontano che l’esito preliminare, prima del confronto de visu all’Eurotower, fosse di deficit vicino a 4 miliardi, poi dimezzati da un netto calo sulle coperture Aqr. Sono cose che lasciano il segno e sarà duro ricostruire sui cocci, nel reticolo tra banca, autorità di Roma, di Francoforte, Londra e Bruxelles (che attende il nuovo piano di riassetto, poiché Eba ha contestato l’originale).

Rinviare al 2017 il rimborso del bond di Stato allevierebbe di 750 milioni il fardello. «È ovvio che le opzioni sono molteplici. — ha detto Profumo alla Reuters — Senza considerare il rimborso dei 750 milioni di Monti bond di euro il deficit scende a 1,35 miliardi, credo sia corretto valutare anche questa opzione». Il piano di riassetto Mps, sottoposto un anno fa alla Commissione europea, prevedeva il rimborso di 600 milioni nel 2015, 150 nel 2016 e 321 nel 2017. Lasciare tutto l’ultimo anno farebbe salire di un centinaio di milioni gli oneri finanziari sul conto economico, ma non forzerebbe a trovare nuovi fondi ora. La corsa contro il tempo è in atto da domenica, perché il cda senese deve dire a Francoforte come rimedierà al deficit entro il 10 novembre. Probabilmente i senesi proveranno a vendere tutto il vendibile, tra cui Consum.it percirca 200 milioni, il 10% residuo di Anima che vale 120 milioni, la metà della bancassurance con Axa (per ora non interessata). Serve, però, un’operazione di mercato, attorno al miliardo. Ci sono stati rumors sull’emissione di un bond convertibile At1; «ma è un’ipotesi che in tali condizioni di mercato sfida la ragionevolezza umana», dice un operatore di questa nicchia. Rimarrebbe la quarta ricapitalizzazione dal 2008: poco praticabile come il bond, ma non se riservata a un concorrente che metta così piede nella rete senese.
«Non abbiamo ancora preso alcuna decisione, ma se dico tutte le opzioni strategiche intendo tutte, ovviamente anche la fusione», ha detto Profumo, circa un’integrazione che la stessa Bankitalia valuta positivamente. Ma la suasion della vigilanza, in atto da giorni, è un altro lavoro complesso. I papabili, come da gioco delle parti, nicchiano, siano i francesi di Bnp Paribas o le due popolari Ubi e Banco. S’avanzano invece gli advisor: «Mps sicuramente ha tutte le possibilità di affrontare i suoi problemi e noi le daremo una mano molto volentieri, perché ha già fatto un piano di riassetto condotto ed eseguito molto professionalmente », ha detto l’ad di Mediobanca Alberto Nagel. Le rivali Ubs e Citi hanno già un mandato.
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