Mps, la Gdf nella sede milanese di Jp Morgan. Nel mirino i finanziamenti per Antonveneta

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Tocca a Jp Morgan rendere conto alla giustizia dell’operato con la passata gestione del Monte dei Paschi. La Guardia di finanza, su mandato della procura di Siena, è entrata nella sede milanese della banca d’affari americana e i militari del Nucleo di polizia valutaria si sono presentati per acquisire documentazione relativa all’acquisto di Banca Antonveneta da parte dell’istituto senese, nel 2007.

Nel filone di inchiesta, che riguarda direttamente l’operazione Antonveneta, i reati ipotizzati dagli inquirenti a carico della precedente gestione di Mps – guidata dal presidente Giuseppe Mussari e dal direttore generale Antonio Vigni – sono falso in prospetto, abuso di informazioni privilegiate, ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza e manipolazione del mercato. Jp Morgan invece per ora non sarebbe indagata.

Jp Morgan – che era già stata oggetto di visita un anno fa nel maxi blitz dei magistrati senesi che fece entrare l’inchiesta nella sua fase operativa – nel 2008 permise a Mps di chiudere l’oneroso finanziamento della scalata padovana, che ha condotto alla crisi la banca senese, anche a causa della cifra sborsata per Antonveneta (in totale 16,6 miliardi, di cui 9,3 in contanti ai venditori del Santander, il resto per subentrare nei finanziamenti). La merchant bank infatti fu regista di quell’aumento di capitale da un miliardo di euro denominato Fresh, che tuttavia secondo gli inquirenti fu, in realtà, un prestito a Mps.

Si trattava di un aumento di capitale riservato a Jp Morgan, con annessi un contratto di usufrutto e uno swap con Mps, oltre a un prestito obbligazionario convertibile in azioni Mps fatto dagli americani con la fiduciaria Bank ok New York Luxembourg. Nella sostanza, al mercato appariva che Jp Morgan era socio a Siena, e contribuiva a superare i requisiti patrimoniali necessari per rispettare i vincoli posti da Bankitalia e dell’Ue per il nulla osta all’acquisizione Antonveneta. Nella pratica, però, Jp Morgan non si accollava alcun rischio perchè i contratti di prestito, usufrutto e swap facevano ricadere su Mps anche i rischi del Fresh. La stessa vigilanza creditizia, che aveva inizialmente mosso obiezioni contro il Fresh, fu fuorviata da questa rappresentazione, da mesi nel mirino degli inquirenti senesi.

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