Nuova partnership strategica per Nexi
Nexi ha stretto un accordo con Global Blue.

Nexi ha stretto un accordo con Global Blue. L’intesa consentirà ai clienti di Nexi, che opera in 25 Paesi, di accettare pagamenti attraverso la gamma di prodotti Oracle. Potranno farlo perché Global Blue certificherà lo status di partner di integrazione dei pagamenti di livello gold. 

Nexi, così, accresce le sue soluzioni di pagamento nelle piattaforme software di Property Management Systems (Pms) e Point Of Sale (Pos) esistenti. E potrà fornire – spiega l’azienda – un’esperienza di pagamento omnicanale senza attriti per l’ospitalità, i ristoranti e il retail. Come? L’accordo permetterà di semplificare le procedure operative e di ridurre i tempi e gli sforzi per front desk e back personale dell’ufficio. L’esperienza del cliente, inoltre, diventa più sicura: si conforma ai più elevati standard di sicurezza pci dss e alla tokenizzazione end-to-end per l’archiviazione sicura dei dati delle carte. 

Dopo l’annuncio della nuova partnership il titolo di Nexi viaggia positivo in borsa: nel pomeriggio del 26 settembre scambia a 8,466 euro (+0,98%).

L’intesa si concentra sui settori dell’ospitalità e della vendita al dettaglio

“La partnership strategica con Global Blue rafforza ulteriormente le nostre capacità di offrire a commercianti e aziende la migliore combinazione di scala europea e vicinanza al cliente”, spiega Roberto Catanzaro, group chief strategy & transformation officer di Nexi. “Estenderemo le nostre soluzioni di accettazione omnicanale – aggiunge – e continueremo a fornire proposte che consentano nuove esperienze utente per i consumatori e nuove opportunità di business per i commercianti, con un focus specifico sui verticali dell’hotellerie, dell’ospitalità e della vendita al dettaglio”. 

“Attraverso questa collaborazione, Global Blue si conferma un partner leader nel settore della tecnologia e dei pagamenti”, commenta invece Damian Cecchi, svp soluzioni di pagamento a valore aggiunto. “Consentiremo alla nostra base di clienti che operano nei settori dell’ospitalità e del retail di disporre di uno strumento di gestione integrato e omnicanale per un’esperienza senza attriti” continua. “In qualità di fornitori di questa soluzione innovativa, possiamo e continueremo ad essere il punto di riferimento per tutti i nostri acquirenti e partner, che riconoscono la nostra esperienza come necessaria per aumentare le proprie performance di mercato”.

La Bce continua a lavorare sull’euro digitale

Novità giungono anche sul fronte dell’euro digitale. Sul tema è intervenuto Fabio Panetta, membro del consiglio direttivo della Bce: “La Banca centrale europea sta studiando il modo di regolare le transazioni tra banche su una blockchain, nel tentativo di mantenere il controllo del denaro anche se gli istituti di credito passano ai libri contabili digitali distribuiti”. La Bce è quindi tra le banche centrali che stanno lavorando a versioni digitali della propria valuta, vista la popolarità raggiunta dai token digitali e della tecnologia blockchain che li alimenta. 

“Vogliamo essere preparati a uno scenario in cui gli operatori di mercato, per i pagamenti wholesale e il regolamento dei titoli, adottino la Distributed ledger technology (tecnologia che permette ai partecipanti al mercato di verificare le transazioni e conservarne una copia, anziché affidarsi a una controparte fidata, come una banca centrale)”, aggiunge Panetta. “Perché lasciare che le banche si regolino tra loro o utilizzino le stablecoin” continua il banchiere centrale “cioè dei token crittografici agganciati a una valuta convenzionale, porterebbe a una frammentazione del trading e della liquidità. Nel frattempo, però, se dessimo alle stablecoin il sostegno della Bce, esternalizzeremmo la fornitura di denaro della banca centrale a entità private, mettendo a rischio la sovranità monetaria”.

Come possibile soluzione, allora, Panetta confida che la Bce possa creare un ponte tra le piattaforme blockchain del settore privato e il proprio sistema di regolamento Target 2. In alternativa, potrebbe rendere disponibile la moneta della banca centrale, il credito nei confronti della Bce con cui vengono regolate le transazioni wholesale, su tali piattaforme o crearne una propria.

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