Osama Almasri scarcerato per un errore procedurale
Un altro straniero arrestato in Italia è stato scarcerato.

Un altro straniero arrestato in Italia è stato scarcerato.

Si tratta del comandante della polizia giudiziaria libica Najeem Osema Almasri Habish, sul quale pendeva un mandato della Corte penale internazionale per «crimini contro l’umanità e crimini di guerra commessi nella prigione di Mitiga, puniti con la pena massimo dell’ergastolo». L’arresto non è stato convalidato per un errore procedurale e l’uomo già nella serata di martedì 21 gennaio è stato rimpatriato su un aereo diretto nella capitale libica.

Si è concluso con un colpo di scena, dunque, un giallo che per tre giorni ha tenuto col fiato sospeso apparati giudiziari, di polizia e dell’intelligence. Perchè Almasri non è un cittadino qualsiasi, come non lo era l’uomo dei droni Abedini, fortemente reclamato da Teheran. Ed anche in questo caso da Tripoli erano partite proteste per l’arresto – definito “arbitrario” – del comandante, membro di lunga data dell’Apparato di deterrenza per il contrasto al terrorismo e al crimine organizzato. Milizia che, rileva Amnesty, ha commesso «terribili violazioni con totale impunità nella prigione di Mitiga».

Intanto si muove la Cpi. La Corte penale internazionale (Cpi) sta cercando, e deve ancora ottenere, chiarimenti da parte delle autorità italiane a proposito del rilascio del comandante della polizia giudiziaria libica Almasri. Lo ha scritto oggi la Corte sul suo sito.

La Corte ricorda nello stesso comunicato il dovere di tutti gli Stati membri di cooperare pienamente con la Corte nelle sue indagini e nei procedimenti giudiziari dei crimini. La Cpi il 18 gennaio ha emesso un mandato di arresto a carico del libico. L’indomani l’uomo era stato arrestato dalle autorità italiane prima di essere rilasciato il 21 gennaio.

Intanto monta lo scontro politico. «La premier Meloni deve venire urgentemente» in Aula alla Camera «a riferire» sulla vicenda che ha coinvolto Njeem Osama Elmasry, noto come Almasri. Lo hanno chiesto tutte le opposizioni (AVS, Pd, Più Europa, Italia viva, M5S e Azione) prima delle comunicazioni alla Camera del ministro della Difesa, Guido Crosetto, sull’invio delle armi all’Ucraina.

Vertice Schlein-Bonelli-Fratoianni: sul tavolo Almasri e Consulta

Si è svolta una riunione improvvisata a tre, tra la segretaria del Pd Elly Schlein e i due leader di Avs, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni in Transatlantico. A margine dei lavori odierni sull’Ucraina, i tre si sono appartati su un divanetto per parlarsi. Tra gli argomenti affrontati, a quanto si è appreso, il caso del comandante libico e lo stallo sui giudici costituzionali, alla vigilia della nuova riunione del Parlamento in seduta comune.

«Giorgia Meloni – ha attaccato la segretaria del Pd Elly Schlein – voleva inseguire i trafficanti di esseri umani in tutto il globo terracqueo, ne era stato arrestato uno libico in Italia e invece di dare seguito alle richieste della Corte penale internazionale che lo accusa di crimini di guerra e contro la dignità umana, lo hanno rimandato impunito in Libia. Il governo chiarisca immediatamente perchè Elmasry è stato scarcerato e lasciato andare».

M5s, dal governo schiaffo per proteggere torturatore libico

«Nordio venga in Parlamento a spiegare perché il torturatore libico Njeem Osama Elmasry Habish è stato rimesso in libertà invece di essere consegnato alla Corte penale internazionale, che riceve così l’ennesimo schiaffo dal governo Meloni dopo quello sull’immunità di Netanyahu. C’è il forte sospetto che vi sia stata la volontà politica di proteggere questo potente funzionario libico ’amico’ del governo Meloni sottraendolo alla giustizia internazionale per non far saltare gli accordi con Tripoli sulla gestione dei migranti. E’ solo una coincidenza che dopo il fermo dell’aguzzino libico, dai porti della Tripolitania sia partita un’andata di barconi con centinaia di migranti alla volta di Lampedusa? Perché questo silenzio imbarazzato da parte del governo? Forse perché questa vicenda avrebbe fatto luce sul sistema criminale libico a cui Meloni ha affidato, con i soldi degli italiani, la gestione dei migranti?». È quanto si legge in una nota dei parlamentari del Movimento 5 Stelle delle Commissioni Esteri e Giustizia di Camera e Senato.

Appendino: gravissimo volo di Stato per liberare un criminale

«Chiediamo – ha affermato la vicepresidente del Movimento 5 Stelle Chiara Appendino intervenendo alla Camera – che la presidente Meloni e il ministro Nordio vengano in Parlamento a spiegare agli italiani perché sia stato liberato un torturatore. Il fatto non è grave ma gravissimo: ci devono spiegare perché un uomo con un mandato di arresto della Corte penale internazionale per crimini contro l’umanità sia stato rimandato a casa con tutti gli onori, addirittura con un volo di Stato. Io non riesco a credere che sia un errore, io non riesco a credere che il Ministro Nordio e tutto l’apparato non sapessero. Allora le possibilità sono due: o è stato un errore, ed è grave che un governo tratti con superficialità una questione di questo tipo, o c’è dietro la volontà di dare protezione e impunità a un criminale per convenienza politica. Ed è lo stesso atteggiamento con cui questo governo non ha mai avuto il coraggio di dire le cose come stanno su Netanyahu. L’Italia merita un governo che non sia complice dei criminali, ma che sta dalla parte del popolo».

Avs chiede immediate dimissioni Nordio

Il pressing sul governo arriva anche da Alleanza Verdi e Sinistra. «È finita con un aereo dei Servizi italiani che riporta a casa il torturatore accolto a Tripoli da una gran festa. Basta questo per chiedere le dimissioni di Nordio e un’informativa urgente per capire se siamo usciti dalla Corte Penale Internazionale. Ieri abbiamo depositato un’interrogazione per chiedere le circostanze dell’arresto a Torino di Njeem Osama Elmasry. Chiedevamo come mai un uomo con mandato d’arresto si aggirasse liberamente per il nostro Paese. Ma non abbiamo fatto in tempo neanche a fare i complimenti al lavoro della Digos di Torino!». Così in Aula il vicepresidente di Avs Marco Grimaldi chiedendo le dimissioni del ministro della Giustizia Carlo Nordio.

Gli ha fatto eco Angelo Bonelli co-portavoce di Europa Verde e parlamentare di Avs osservando come «il rilascio del generale libico Almasri, accusato di gravissimi crimini contro l’umanità dalla Corte Penale Internazionale e dalle testimonianze strazianti di migranti torturati nei campi di detenzione, è una vergogna nazionale che getta un’ombra inquietante sul nostro Paese. Meloni deve venire subito a riferire in Aula, spiegando il ruolo di Palazzo Chigi in questa vergognosa operazione, e deve assumersi la piena responsabilità politica di quanto accaduto. Al tempo stesso – ha rilanciato Bonelli -, il Ministro Nordio non può sottrarsi alle sue responsabilità: il suo dicastero ha commesso un’omissione gravissima, consentendo la scarcerazione e il trasferimento di un criminale. Nordio deve rassegnare immediatamente le dimissioni».

La decisione della Corte d’appello di Roma

È stata la Corte d’appello di Roma, competente in questi casi, a disporre la liberazione del comandante, che era detenuto al carcere delle Vallette, dopo essere stato arrestato dalla digos a Torino, dove era arrivato sabato per assistere alla partita di calcio Juventus-Milan. Non è consentito, si legge nell’ordinanza, l’arresto di iniziativa della polizia giudiziaria senza l’interlocuzione preventiva tra il ministro della Giustizia e la Corte d’appello della Capitale. Nordio è stato interessato lunedì, dopo aver ricevuto gli atti dalla questura di Torino e non ha fatto pervenire alcuna richiesta in merito. La Corte d’appello ha quindi dichiarato «l’irritualità dell’arresto» ed ordinato «l’immediata scarcerazione».

Ha supervisionato le prigioni, tra cui quelle di Mitiga, Jdeida, Ruwaimi e Ain Zara

Quello del libico finito nel mirino della Cpi è un curriculum pesante. Secondo Amnesty, nel 2021 Osama Njeem è stato nominato direttore dell’Istituto di riforma e riabilitazione della polizia giudiziaria di Tripoli. In questa posizione, ha supervisionato le prigioni, tra cui quelle di Mitiga, Jdeida, Ruwaimi e Ain Zara, formalmente sotto il controllo della polizia giudiziaria. Dal 2016, ha diretto il reparto della polizia giudiziaria della prigione di Mitiga. Nell’agosto 2023, l’Apparato di deterrenza «ha partecipato a scontri tra le milizie a Tripoli, utilizzando armi esplosive con effetti su larga scala. Questi scontri hanno causato almeno 45 morti e oltre 164 feriti, tra cui vittime civili». Critica l’opposizione, che aveva invitato a rispettare l’indicazione della Corte penale internazionale. Per Nicola Fratoianni di Av, «la giustizia deve fare il suo corso nei confronti di un trafficante di esseri umani». Sulla stessa linea Arturo Scotto del Pd. «Parliamo di uno dei capi della mafia libica. L’Italia aderisce alla Cpi e dunque deve essere conseguente con i trattati internazionali».

Libico arrestato in Italia sabato scorso era in Germania

Sabato scorso il comandante libico si trovava in Germania dove si è presentato ad un autonoleggio per chiedere se poteva riconsegnare a Fiumicino l’auto che avrebbe preso a noleggio. È quanto si è appreso da fonti informate. Lo stesso giorno la Corte penale internazionale ha spiccato il mandato d’arresto nei suoi confronti. In quelle ore un funzionario della Corte dell’Aja ha preso contatto con un funzionario di sicurezza dell’ambasciata italiana in Olanda per comunicargli che Almasri sarebbe entrato in Italia, dove è stato poi arrestato la sera del 19.

Richiesta arresto Almasri il 2 ottobre, sabato l’ok Cpi

Il mandato d’arresto per Njeem Osama Almasri Habish – sempre secondo quanto si è appreso – è stato chiesto dal procuratore della Corte penale internazionale lo scorso 2 ottobre. La decisione di procedere con il “warrant of arrest”, è stata presa, a maggioranza, sabato scorso dalla Camera dell’organismo avendo deciso che ci sono «ragionevoli motivi» per ritenere che Njeem abbia commesso crimini che ricadono nella giurisdizione della Corte e che il suo arresto «appare necessario».

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