Pil in aumento anche in Umbria
Regione Umbria a sostegno delle imprese della regione

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Il crescente sostegno delle esportazioni, aumentate del 6,4 per cento – riferisce una nota – si è accompagnato a una lieve ripresa della domanda interna, sia nella componente dei consumi sia in quella degli investimenti. Le aspettative formulate dagli operatori per l’anno in corso prefigurano una prosecuzione della fase di moderata crescita.

“C’è tutto un insieme di fattori che dopo un prolungato periodo di flessione sembrano muovere nella direzione di una ripresa dell’economia nel suo complesso”, ha sottolineato il direttore della Banca d’Italia di Perugia, Marco Ambrogi.

Crescita ed espansione del livello di attività economica in Umbria, per il 2015, vengono così definite “moderate”.

A sostenere la ripresa – è evidenziato nella pubblicazione ‘L’economia dell’Umbria – sono ancora le esportazioni, aumentate del 6,4%, a cui si aggiunge una “lieve ripresa” della domanda interna, sia nella componente dei consumi sia in quella degli investimenti. Settori trainanti sono quelli orientati di più verso l’export come tessile-abbigliamento, meccanica, agroalimentare e chimico.

Quello più in sofferenza è ancora il settore delle costruzioni “che continua ad indietreggiare e a contrarsi – ha sottolineato Ambrogi – anche se però ci sono segnali colti in virtù della ripresa delle commesse pubbliche che lasciano speranze per una inversione di tendenza”.

È inoltre aumentata l’occupazione (3,1%), soprattutto nelle posizioni a tempo indeterminato e quella giovanile. Ad aumentare è anche il credito mentre è proseguito il deterioramento della qualità dello stesso.

Anche le aspettative formulate dagli operatori prefigurano per l’anno in corso una prosecuzione della fase di “moderata crescita”.

“A meno che non sopraggiungano altre criticità – ha detto il direttore della Banca d’Italia – la ripresa dovrebbe consolidarsi con la chiusura positiva del 2016”.

Secondo Ambrogi, “sarà un dato migliore di quello del 2015 ma sicuramente non come ce lo auspicavamo perché la ripresa in questi mesi non ha tenuto il ritmo sperato”.

A detta della Banca d’Italia ci sono infatti “fattori esterni che impediscono la ripartenza perché la nostra economia subisce le condizioni geopolitiche generali”. Tutte “incertezze” che quindi anche per il futuro rendono il quadro “ancora debole”.

Tornando al Rapporto della Banca d’Italia, viene mostrato nel dettaglio come la ripresa sia stata più accentuata nel settore industriale, che nella fase recessiva aveva perso oltre un terzo del valore aggiunto, con il fatturato a prezzi costanti aumentato del 4,2%. Per la prima volta dall’inizio della crisi la quota di imprese che hanno incrementato gli investimenti ha superato quella delle aziende che li hanno ridotti, mentre si è consolidata la crescita delle compravendite di abitazioni (3,9%) emersa nell’anno precedente dopo un lungo periodo di calo.

Sulla base dell’indagine della Banca d’Italia, in presenza di una ripresa dei consumi delle famiglie (1,1% secondo le prime stime), nel 2015 il valore aggiunto dei servizi privati non finanziari è tornato a crescere. Incremento anche delle vendite al dettaglio, principalmente nella grande distribuzione.

Aumentati, per il secondo anno consecutivo, pure i flussi turistici (arrivi del 3,2% e le presenze dello 0,9%) principalmente grazie alla ripresa del movimento proveniente dall’estero.

Lo scorso anno – secondo quanto emerge dal Rapporto, riferito al mercato del lavoro – la crescita dell’occupazione ha consentito di colmare buona parte della perdita accumulata nel quinquennio precedente. La dinamica è stata positiva in tutte le classi di età; dopo sei anni di calo, gli occupati fino a 34 anni sono tornati a crescere. Il tasso di disoccupazione è diminuito soprattutto per la popolazione più giovane e per quella laureata, scendendo al 10,4% (dato migliore del nazionale).

Dopo un triennio di contrazione, nel 2015 i prestiti ai residenti umbri hanno ripreso a crescere (0,8%). Dall’estate è tornata positiva la dinamica del credito al comparto produttivo, cui si è associato un aumento ancora contenuto dei finanziamenti alle famiglie.

“Le condizioni creditizie sono eccellenti – ha affermato Ambrogi – e le banche sono attente nella selezione perché hanno incamerato nel periodo di crisi molte sofferenze. Stanno facendo il loro dovere e premiano le imprese che innovano e che sono pronte a quella sfida che la ripresa impone”.

Nel Rapporto stilato dalla Banca d’Italia a “sorprendere” infine è il dato sulla ricchezza netta delle famiglie umbre, che nel decennio 2005-2014 è aumentata quasi ininterrottamente (14% a prezzi correnti), ma in termini pro-capite è inferiore di oltre un quinto alla media nazionale. Insomma, in periodo di crisi: così come aumenta la povertà, aumenta anche la ricchezza. “Su questo aspetto, di una fascia della popolazione che anche in Umbria non ha subito la crisi – ha commentato Ambrogi – ci sono dibattiti in corso”.

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