Pirelli & C. torna di prepotenza sotto i riflettori
La prevedibile brusca frenata del settore automobilistico a causa della pandemia da coronavirus ha portato il titolo a bruciare il 44% del proprio valore nel primo trimestre dell’anno, con una capitalizzazione calata a poco più di 3,25 miliardi di euro.
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La prevedibile brusca frenata del settore automobilistico a causa della pandemia da coronavirus ha portato il titolo a bruciare il 44% del proprio valore nel primo trimestre dell’anno, con una capitalizzazione calata a poco più di 3,25 miliardi di euro.

Dei bassi prezzi di Borsa hanno approfittato sia Brembo, che ha ora in portafoglio il 2,43% di Pirelli & C., sia il miliardario cinese Niu Yishun, che ha comprato a termine (2023) il 5% del produttore di pneumatici. Tanto attivismo riporta in auge l’ipotesi di una possibile integrazione verticale tra i due gruppi italiani, che vedrebbero post fusione un capitale controllato da ChemChina (27%), dalla famiglia Bombassei (22%) e da Marco Tronchetti Provera tramite Camfin (6%).

In alternativa secondo Equita Sim non si può escludere che il rafforzamento del “nocciolino duro” italiano in Pirelli & C. sia funzionale a un futuro aumento di capitale, sia per rafforzare il gruppo in previsione della crisi in arrivo sia per eventuali (anche se ritenute dagli analisti meno probabili) acquisizioni come quella di Nokian (che ieri ha chiuso in rialzo del 18% in Borsa). Se l’ingresso di azionisti stabili, come hanno già dichiarato di voler essere sia i Bombassei sia Niu, è positivo per Pirelli & C., il rischio/opportunità latente resta dunque quello che la società vari operazioni di finanza straordinaria nei prossimi mesi.

Il quadro tecnico del titolo Pirelli

Per ora la Borsa prende bene la notizia, tanto che in avvio di seduta (e di nuovo trimestre) i prezzi sono riusciti a risalire brevemente sopra i 3,40 euro per azione prima di tornare a oscillare sotto i 3,30 euro per azione, mantenendo un rialzo tra il mezzo punto e il punto percentuale rispetto alla vigilia. Si tratta di livelli a cui il titolo, che essendo un ciclico puro è giudicato particolarmente esposto al rischio di eventuali ulteriori alleggerimenti in caso di nuovo peggioramento della pandemia o taglio delle stime sull’andamento dell’economia mondiale e del settore auto, viene già giudicato “interessante” da diversi broker.

Dal punto di vista tecnico sinché i prezzi rimarranno sopra i 3,1 euro si potrà ritenere valida una strategia rialzista con obiettivi posti a 3,8 e poi a 4 euro per azione (e stop loss a 2,8 euro). Se poi il titolo Pirelli & C. riuscisse a chiudere sopra i 3,4 euro visti in avvio di giornata, potrebbe aprirsi una ulteriore strategia di rafforzamento delle posizioni (con stop loss a 3,1 euro) che vedrebbe gli obiettivi estendersi ai 3,8-4 euro per azione. Livelli, per inciso, infranti giusto un mese fa in piena correzione dei mercati. Ulteriori ritorni d’interesse potrebbero infine spingere Pirelli & C. sui 4,5 euro per azione, dove si trovavano i supporti prima dell’esplodere della crisi da coronavirus.

In caso di prese di profitto, in giornata i supporti sono invece indicati a 3,15-3,10 euro per azione e se forati è prevedibile una discesa sino alla soglia anche psicologica dei 3 euro per azione, circa un 10% al di sotto dei livelli a cui oscilla in questi momenti il titolo in borsa a Milano. A medio termine lo scenario è ancora impostato al ribasso, con prezzi che restano sotto la media mobile lenta, e dunque la prudenza resta d’obbligo, ma valori dello Stocastico in ipervenduto autorizzano a sperare in un rimbalzo tecnico, tanto più sull’onda dell’attesa di possibili nuovi movimenti nel capitale.

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