Porsche segna un avvio positivo alla Borsa valori di Francoforte
L’alto livello di domanda dimostra la fiducia degli investitori nel futuro di Porsche.
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L’alto livello di domanda dimostra la fiducia degli investitori nel futuro di Porsche. Secondo il chief financial officer Lutz Meschke la valutazione del marchio, i cui prodotti saranno sempre più destinati a un pubblico di super ricchi (high net worth individuals) potrebbe salire a «oltre 100 miliardi entro il 2026». La quotazione del produttore della celebre 911 e del modello elettrico (di successo) Taycan è una mossa audace, visto il crollo delle Ipo nell’anno, con le società che evitano di cercare nuove quotazioni a causa della crisi energetica europea, dell’aumento dei tassi di interesse e dell’inflazione record. Le aziende hanno raccolto meno di 10 miliardi di dollari nel 2022 fino ad agosto, un calo dell’83% dei proventi rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, secondo i dati di Bloomberg. La quotazione di Porsche è destinata a essere la più grande in Europa da quando Glencore ha raccolto quasi 10 miliardi di dollari in un’Ipo a Londra nel 2011. In Germania un’altra Ipo di valore analogo è stata quella di Telekom nel 1996.

Porsche punta a ricavi fino a 39 miliardi di euro quest’anno e un ritorno sulle vendite fino al 18%, in aumento di due punti percentuali rispetto allo scorso anno, ha affermato la società a luglio.

Uno dei punti critici dell’operazione è la governance. Le due famiglie storiche Porsche e Piech con la holding Porsche Automobil SE hanno la maggioranza dei diritti di voto nella casa madre Volkswagen AG e di fatto grazie all’Ipo, aggiudicandosi una minoranza di blocco in Porsche AG, rientrano nel pieno controllo del gigante di Wolfsburg. In più il ceo di Porsche, Oliver Blume, al timone dal 2015, dal 1 settembre è anche ceo del gruppo Volkswagen. Un passaggio che non ha convinto tutti gli investitori, che non credono possibile tenere le redini contemporaneamente a Wolfsburg e a Zuffenhausen (Stoccarda).

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