Prestiti personali: è il momento giusto per richiederne uno?

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La BCE ha deciso di attuare un taglio dei tassi di riferimento, scesi allo 0,50%,  il mercato di prestiti e mutui bloccato ormai da anni per gli effetti della crisi economica potrebbe subire una piccola ripresa . Ma quali sono le ragioni di questo taglio? Secondo gli esperti di economia e finanza, pare che siano da ricercare nell’obiettivo di abbattere il cosiddetto credit crunch, ossia il calo dell’offerta di credito. In tutta Europa e in particolar modo in Italia l’economia è  ferma da anni in quanto le imprese preesistenti falliscono e quelle nuove non decollano a causa del ridotto numeri di prestiti concessi dalle banche.
L’iniziativa della BCE, dunque, mira a immettere nuovamente liquidità sul mercato, indispensabile per la ripresa dell’economia europea.
Il taglio dei tassi di riferimento però, non influenzerà solo le imprese, bensì anche le famiglie che hanno chiesto un mutuo.
La riduzione del tasso dallo 0,75% allo 0,50%, dovuta a una diminuzione pari allo 0,25% dei tassi di interesse, influirà notevolmente sui mutui variabili indicizzati a questo tasso, purché privi del tasso minimo applicabile il Floor.
Il risparmio effettivo per ogni singola famiglia che ha alle spalle un mutuo con tasso indicizzato BCE, dipenderà però da una serie di variabili. La prima variabile da tenere in considerazione è anzitutto lo spread, che avrà un’influenza determinante nel valore della rata.
Occorrerà tenere in considerazione anche altri elementi come la durata residua, il capitale residuo, il tasso di ingresso e il piano di ammortamento adottato.
Per quanto riguarda, invece, i mutui a tasso variabile indicizzati Euribor, non ci saranno vantaggi significativi. Questo perché, dopo l’ultimo taglio della BCE, avvenuto nel luglio 2012, il tasso interbancario ha continuato a scendere, rendendosi pertanto del tutto indipendente dall’influenza della Banca Centrale relativa ai mutui che lo utilizzano come tasso di riferimento.
Il taglio dei tassi di riferimento effettuato dalla Banca Centrale, inciderà inoltre, anche sui prestiti. Secondo le stime italiane, ci sarà un taglio sui prestiti marginali pari allo 0,4%.Taglio che invece non intaccherà i depositi, poiché in quel caso resterà tutto invariato allo 0%.
Secondo la CGIA di Mestre, potrebbero invece esserci notevoli vantaggi per le PMI, per le quali sarebbe agevolato l’accesso al credito.
E inoltre, sostiene ancora la CGIA il taglio della BCE potrebbe apportare alle piccole e medie imprese un risparmio pari a 2,40 miliardi per quanto riguarda gli interessi.
Le famiglie che hanno chiesto un prestito, invece, risparmieranno circa 1.20 miliardi di euro.
Sembra dunque un buon momento per chiedere mutui e prestiti, approfittando dell’allentamento concesso dalla BCE all’economia italiana, soffocata dalla morsa della scarsa disponibilità di liquidità. Ma sarà davvero così? Intanto i dati parlano chiaro: le richieste di mutui in Italia, nel primo trimestre del 2013 si sono ridotte dell’1% rispetto all’anno precedente.
Inoltre, l’ultimo rapporto del Crif, riporta che i mutui sono di cifre inferiori e durata più lunga, rispetto al 2012.
Affinché possano cambiare le cose, sembra dunque necessario un pizzico di coraggio in più, che tra gli italiani sembra proprio mancare. Certo, i rischi ci sono, tuttavia, per fare ripartire l’economia dell’Italia, da qualche parte bisogna pur iniziare ed il segnale della Banca Centrale, non è da sottovalutare.

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