L’Indagine “I Millennial e la Consulenza Finanziaria” è stata condotta da
PricewaterhouseCoopers su un campione di 537 consulenti
finanziari italiani di età compresa tra i 30 e 60 anni, traccia il profilo di una nuova generazione
di investitori e risparmiatori.
Secondo l’83,93% del campione intervistato, è ancora basso il peso in portafoglio dei clienti
Millennial, con una percentuale compresa tra lo 0 e il 20% dell’AUM.
Ben il 73,49% dei clienti Millennial – non avendo un impiego a tempo indeterminato – mostra
una scarsa propensione al rischio e agli investimenti di lungo periodo. Per il 63,88% dei
professionisti interpellati meno della metà dei clienti di questo tipo manifesta volontà di investire
e, anche quando interessati, hanno comunque un approccio graduale al risparmio gestito,
preferendo strumenti poco rischiosi come i PAC (Piani di Accumulo di Capitali in Fondi o ETF).
Per la maggior parte degli intervistati, il 26,91%, questa tipologia di clienti considera in primis,
quando si tratta di investire, la possibilità di accettare anche ritorni economici contenuti a fronte
della certezza di non perdere alcunchè. Solo per il 10,66% del campione, il Millennial mette al
primo posto tra le esigenze manifestate l’individuazione di soluzioni d’investimento con
potenziali performance elevate.
La maggioranza dei Millennial – come afferma il 46,62% del panel – investe somme di denaro
contenute (comprese tra i 10.001 ai 50.000 Euro) e solamente il 2,17% dei consulenti gestisce
per conto di questi clienti importi superiori ai 500.000 Euro.
Il 59% del campione identifica la consulenza previdenziale come una necessità primaria dei
giovani investitori, i quali però prediligono principalmente servizi come il credito e il
finanziamento, seguiti dalla consulenza in materia di costruzione di un portafoglio di
investimento.
È una generazione ricca di stimoli e di strumenti, ma che necessita di essere guidata e
indirizzata nelle scelte soprattutto di investimento.
Gran parte del campione, nonostante si approcci al cliente principalmente attraverso l’utilizzo di
strumenti di comunicazione tecnologici legati al web (WhatsApp e e-mail in primis), ritiene,
comunque, che la relazione diretta sia la giusta strada per fidelizzare il Millennial e il 45,09%
afferma che tra gli elementi più graditi al target analizzato ci sia proprio la capacità di
creare un rapporto di fiducia. A conferma l’87,14% degli intervistati dichiara che il primo
contatto con un Millennial è arrivato di persona e per il 68,90% questo tipo di clienti è figlio o
nipote di altri clienti.
Per ottenere la fiducia di questo pubblico e conquistarlo è fondamentale sviluppare un rapporto
“smart”, fatto di risposte chiare e immediate, che faccia un uso intelligente e integrato della
tecnologia. Non a caso il 60% dei professionisti più giovani (di età compresa tra i 30 e i 40 anni)
hanno un portafoglio composto da oltre il 20% di clienti Millennial.